Sulla Libia il popolo della “libertà” si scopre “pacifista”
30 Aprile 2011
Il primo raid di bombardamento degli aerei italiani è avvenuto ieri. Lo ha deciso il governo. Ma il governo lo ha voluto? Dei due grandi partiti che lo sorreggono, la Lega Nord è contraria. Formalmente il PdL è favorevole. Formalmente. Ma non si vede alcun entusiasmo nelle sue file.
Ospite di Otto e Mezzo, mercoledì sera, Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, forse vorrebbe esprimere più chiaramente cosa pensa della guerra. “Se dovessimo andare come io credo sia assolutamente sbagliato, a bombardare obiettivi civili, a non ritenere i bombardamenti funzionali all’attuazione di una risoluzione che prevede la protezione dei civili“. "Adesso anche lei è contro i bombardamenti?“ lo interrompe Lilli Gruber. E il discorso muore lì. Rispunta fuori solo una decina di minuti dopo: ”Alcune perplessità le abbiamo tutti, le ha lo stesso Berlusconi, che le ha anche dette più volte“.
Pochi si rendono conto di quanto sia contraria alla guerra la base del PdL, che in questo è indistinguibile da quella della Lega Nord. Imprenditori che speravano di investire nella ”quarta sponda“ e altri che hanno perso tutto, cattolici che temono l’avvento dell’Islam radicale alle porte di casa nostra, o più semplicemente cittadini preoccupati dall’ondata di profughi.
Sono tante le anime dell’anti-interventismo di destra, una maggioranza silenziosa, che non sventola la bandiera della pace, ma si fa leggere su Internet, sui blog, sulle pagine Facebook. Lo si nota nel sito del PdL, alla voce ”Spazio Azzurro“, il forum dei simpatizzanti-militanti.
Pur se moderata, la discussione assume toni coloriti, del tipo: ”Sono da sempre un PdL. Anzi, un Berlusconiano. Mi dici perché hai autorizzato una strage di innocenti in Libia per favorire quei quattro delinquenti di rivoluzionari?“. Soprattutto prevale tanto, tantissimo nazionalismo, in messaggi così: ”Sono deluso dai politici tutti, ma ancor di più dal PdL che avevo sempre votato.
Si cambi rotta: meno Nato, Onu, Europa e più attenzione agli Italiani!“. O addirittura: ”Sappiate che sono dispiaciuto e deluso di vedere Berlusconi diventato lo zimbello di Obama e Sarkozy. Loro fischiano e lui ubbidisce“. O anche: ”Mi dispiace, ma questa volta non condivido quello che ha deciso Berlusconi sul fatto della Libia, l’ho sempre appoggiato, ma non possiamo diventare una colonia americana“.
Roberto Formigoni (PdL, stessa area cattolica di Maurizio Lupi), governatore lombardo, si è già fatto portavoce di questo scontento, sin dall’inizio delle operazioni militari: ”Capisco le ragioni che hanno spinto il governo italiano, ma mantengo per intero le mie perplessità“.
Perché: ”La comunità internazionale, a mio avviso, avrebbe dovuto riflettere di più“ e anche: ”Una ulteriore perplessità è il fatto che probabilmente nessuno conosce ancora bene l’identità e la composizione nel gruppo dirigente di ribelli e insorti e nessuno può ancora giurare sulla loro piena democraticità“.
Quel che stupisce è soprattutto l’assenza, all’interno del PdL di un sostegno politico visibile all’intervento in Libia. C’è solo un ”fronte del no“ che dilaga. La sinistra pacifista se ne faccia una ragione.