La Lettonia traballa e Mosca aspetta di rientrare in gioco
26 Luglio 2011
Il 23 luglio 2011 segna il cambiamento decisivo nella politica interna della Lettonia. Gli elettori lettoni hanno appena bocciato il loro parlamento e sono in attesa di elezioni anticipate, che dovrebbero avvenire entro due mesi. Come abbiamo già raccontato in passato, i recenti processi politici in Lettonia sono stati estremamente burrascosi e hanno causato numerosi mutamenti all’interno delle alleanze e delle coalizioni.
L’ex presidente, Valdis Zatlers, aveva dichiarato la guerra alla classe politica corrotta del paese e aveva invocato il referendum nazionale per sciogliere il parlamento. Considerata la sua aspra battaglia nei confronti della politica, alla scadenza del suo primo mandato, il parlamento fortemente polarizzato non lo ha più rieletto per il secondo turno, mettendolo fuori gioco. Adesso spetta al nuovo presidente, Andris Berzins, gestire in modo corretto questa situazione e far uscire il paese dalla sua fragilità strutturale che rischia di causare ulteriori problemi.
La confusione politica attuale rende la Lettonia estremamente vulnerabile all’interferenza straniera, specialmente da parte della Federazione Russa, che sta cercando instancabilmente di riprendere un minimo di controllo politico all’interno dei tre paesi baltici. D’altronde, Riga fu sempre abbastanza suscettibile a simili interferenze esterne da parte di Mosca per colpa della sua struttura politica molto particolare. La classe dirigente locale, a differenza di altri paesi est europei (Lituania, rep. Ceca, Ungheria ecc..), non è ancora del tutto "riciclata" dalla vecchia eredità politica ma rischia comunque di essere facilmente manovrabile.
Nonostante il fatto che la sovranità, l’integrità territoriale e la sicurezza della Lettonia rimangano comunque garantite dalla sua adesione alla Nato e all’Ue, il "decision making" del paese potrebbe essere manovrato. Mentre la Lituania e l’Estonia hanno una politica estremamente pro-americana e molto critica nei confronti della Russia e della sua condotta politica aggressiva sullo scacchiere internazionale, la Lettonia è molto più morbida. Riga è una delle poche capitali est europee che ha sempre mantenuto una relazione di sintonia e una discreta collaborazione con il Cremlino, e fin qui non c’è niente di male, se non fosse che la Russia ha sempre voluto usare tale contatto per frenare la collaborazione tra i paesi baltici e contrastare sopratutto le politiche della Lituania e dell’Estonia.
In futuro ci saranno numerosi progetti tra i paesi baltici da realizzare e la Lettonia potrebbe sempre essere utile per cercare di influenzare l’andamento della politica regionale. Ovviamente, tutto dipenderà dall’esito delle elezioni anticipate e dagli equilibri interni. Ormai è chiaro che dopo le elezioni, le alleanze politiche del paese subiranno un mutamento drastico. L’unico politico che non sarà affetto dai cambiamenti in vista è il nuovo presidente Berzins, per il resto tutto rimane estremamente poco prevedibile. Il partito filo-russo della Lettonia, "harmony center", sta aumentando i suoi consensi con grande rapidità mentre la coalizione di maggioranza sta diventando mal vista da parte degli elettori.
Non si esclude la possibilità che "harmony center" riesca ad entrare a far parte di qualche coalizione multi partitica dopo le urne. Tale eventualità renderebbe la politica estera della Lettonia molto diversa da quella di oggi. Valdis Zatlers probabilmente ha iniziato un processo giusto ma molto rischioso e imprevedibile che potrebbe costare caro ai cittadini lettoni. L’ex presidente ha perso il controllo della situazione in modo molto repentino ma ha cercato di rimettersi in gioco con la fondazione di un nuovo partito. Per adesso non ci resta che aspettare l’esito delle urne per poter trarre le giuste conclusioni e per cominciare a capire le nuove tendenze politiche della Lettonia.