Occhi grandi e boccoli castani: con quel viso erano un cocktail eccezionale

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Occhi grandi e boccoli castani: con quel viso erano un cocktail eccezionale

04 Agosto 2011

Magnifica avvolta in quell’abito lungo blu oltremare con in vita una cinta che ne delineava la magnifica fisionomia.

Gli occhi grandi e i boccoli castani con quel viso luminoso erano un cocktail eccezionale. Raffaello non avrebbe saputo fare di meglio.

Prima lo lesse lei, e ogni tanto diceva a Dazi di leggere, ma non glielo lasciava mai in mano quel benedetto foglio.

Praticamente stavano leggendo entrambi senza che lui toccasse mai il foglio una sola volta.

–   Bello! — mi dissero infine all’unisono.

–   Grazie. Ci tenevo al vostro parere.

Lì per lì mi venne in mente solo un’altra possibile via di fuga. Contravvenendo a tutte le regole del galateo o della buona educazione, estrassi di tasca il pacchetto delle chewing-gum e me ne misi una in bocca, poi dissi:

–   Ne volete una? — pregavo nella mia mente che dicesse di sì.

–   Sì, grazie.

“Grazie Dio, inizio a pensare che non sei solo uno sponsor per medagliette” pensai.

Dazi aveva ricevuto la sua gomma e adesso la stava masticando con gusto. Quando arrivò l’aperitivo che la signora aveva ordinato di preparare, lui depose la gomma da masticare nel portacenere. Mentre già gongolavo, all’idea del dna e delle tracce dei denti, quella maledetta domestica afferrò il portacenere e se lo portò via. Nella mia mente la ricoprii di improperi. L’unica cosa che potevo fare era recuperare la gomma.

–    Signora, mi perdoni, la toilette?

–    Prima porta in fondo.

Discretamente, passando davanti alla porta della cucina, gettai dentro uno sguardo. Il vassoio era vicino alla porta e la cameriera mi dava le spalle. Infilai la mano e ripresi la gomma. La infilai in una scatola di fiammiferi che fortunatamente avevo in tasca e, dopo qualche altro convenevole coi padroni di casa dopo essere "tornato" dal bagno, me la filai. Non restava che darla a Rita perché facesse l’identificazione.

–    Come vedi sono efficiente. E ho anche delle cosucce molto interessanti da dirti.

–    Che cosa ci dovrei fare con questa chewing-gum? È anche sporca di cenere.

–    Devi determinare il nome del proprietario di quella dentatura.

–    E come? Ci sono quasi mezzo milione di persone in questa città, non posso controllare tutte le radiografie dentistiche.

–    Ma io non ti ho chiesto di trovarlo, ma solo di determinarlo: so a chi appartiene.

–    Mi chiedi quindi di trasformarla in una prova legale.

–    Ci hai azzeccato.

–    A chi appartiene e qual è il suo dentista?

–    Appartiene a Gaetano Mendo e il suo dentista lo trovi nell’infermeria del carcere.

Se Rita fosse stata cardiopatica, l’avrei certamente uccisa con quella notizia favorita così brutalmente.

Le versai qualche lacrima di Royal Salute e solo così riprese un po’ di colore.