In Italia basta una vignetta per finire nel registro degli indagati
22 Luglio 2011
La Procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, per il reato di “offesa all’onore o al prestigio del Capo dello Stato”. Il Procuratore Capo, Edmondo Bruti Liberati ha ritenuto offensiva la vignetta “Assedio ai papponi di Stato”, che raffigura Napolitano, Calderoli, Fini e Bersani che divorano lo stivale. Per il codice penale, il reato c’è ma era proprio il caso di tirarlo fuori in un paese in cui del rispetto per altre e alte cariche dello Stato s’è fatto strame? Questi magistrati tanto liberali da ritenere gli insulti più infamanti rivolti al premier normali manifestazioni di dialettica democratica, sembrano dimenticare l’interpretazione evolutiva del diritto, che non tiene conto della lettera di una legge ma dei mutamenti dell’opinione pubblica, quando si tratta di colpire il centro destra, politici e giornalisti. Ci lasceranno ancora dire che il Quirinale (e non per colpa di Napolitano) costa più di Buckingham Palace?