Caravaggio a Mosca. Quando la diplomazia culturale fa anche affari

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Caravaggio a Mosca. Quando la diplomazia culturale fa anche affari

27 Novembre 2011

A Mosca si aspettano file chilometriche paragonabili a quelle viste nel 1974 per ammirare la Gioconda di Leonardo da Vinci, ma sicuramente un primo risultato è già stato raccolto. Alla cena di gala a Villa Berg, residenza dell’Ambasciata d’Italia nella Federazione Russa, per il vernissage della mostra Caravaggio. Quadri dalle collezioni dei musei italiani e vaticani si è raccolto lo scorso venerdì il gotha del mondo economico e imprenditoriale moscovita: dal raffinato collezionista Viktor Vekselberg, patron del gigante russo dell’alluminio Renova, a Vladimir Evtusenko, capo e fondatore della holding tecnologica Sistema, da Nikolay Senkevich, presidente della potente Gazprom-Media, a Petr Aven, chairman della Alfa Banking Group, dall’amministratore delegato della banca d’investimenti Troika Dialog, Ruben Vardanian, al regista Fiodor Bondarciuk, autore del film Nona compagnia che nel 2005 – raccontando lo sterminio di un reparto del 345° reggimento paracadutisti ad opera dei mujahidin nel corso delle ultime fasi della ritirata sovietica dall’Afghanistan – incassò più di venticinque milioni di dollari in tre mesi nelle sale russe.

Le 11 tele del maestro lombardo, esposte dal 26 novembre al 19 febbraio al Museo Pushkin per la cura della Soprintendente del polo museale romano, Rossella Vodret, e la direttrice del museo moscovita, Irina Antonova, non solo rappresentano la più importante mostra di Michelangelo Merisi da Caravaggio organizzata all’estero, ma costituiscono anche un valido ponte per consolidare lo scambio economico tra i due Paesi.

Sulle ali dell’anno della cultura Italia-Russia, voluto dai rispettivi governi, stanno decollando infatti importanti partnership nei settori della sanità, del trasporto ferroviario e dello smaltimento dei rifiuti urbani. Se quanto seminato in questi mesi andrà raccolto, per la prima volta lo strumento della diplomazia culturale italiana potrà vantare il conseguimento di un importante obiettivo non solo politico – come già più volte avvenuto in passato – ma anche economico. A dimostrazione del fatto che con la cultura si mangia, eccome.