“E’ nata una star” un film bollente per i botteghini ma non per gli spettatori
25 Marzo 2012
Gli elementi per un film di successo ci sono tutti. Due attori in ascesa, grazie alla notorietà guadagnata sul piccolo schermo, Luciana Littizzetto e Rocco Papaleo. E poi mettiamoci una spruzzata di intellettualismo, poiché altrimenti si cammina troppo bassi. L’ispirazione per la storia è tratta addirittura da un libro di un autore di culto, l’inglese Nick Hornby, molto bravo nel mettere su pagina (di non eccelsa letteratura) molti tratti comuni alle nuove generazioni. Per chiudere il cerchio un giovane attore è portato sullo schermo, il figlio d’arte della coppia più “glamour” del cinema e delle letteratura italiana, Pietro Castellitto, erede dell’attore Sergio Castellitto e della scrittrice Margaret Mazzantini. Stiamo parlando di “È nata una star”, regia di Lucio Pellegrini, ennesima commedia italiana destinata a scalare la vetta del botteghino.
L’intreccio narrativo parte davvero bene. Una perfida vicina piazza nella buca delle lettere di una tranquilla e modesta famiglia una plico contenente un DVD. La madre Lucia (Littizzetto), maestra elementare, apre la busta e vede sulla copertina del film la faccia del figlio Marco (Castellitto), un diciannovenne un po’ imbranato. Il ragazzo, con risultati davvero modesti, frequenta la scuola alberghiera. Vorrebbe imparare la lingua francese, e a cucinare, ma non riesce a spiccicare una parola e soprattutto brucia sempre l’arrosto. Il film che Lucia ha tra le mani, con Marco protagonista, è bollente. Anzi brucia, essendo un film pornografico.
Una notizia così esplosiva va detta immediatamente al padre Fausto (Papaleo), impiegato senza troppo entusiasmo. I due genitori si ritrovano depressi e increduli seduti al tavolo della cucina, a masticare i resti dell’immangiabile arrosto. Il ragazzo però sembra avere un talento naturale. E poi ha gli attributi sin troppo adatti alla professione. Per una buona parte la sorpresa e lo sconvolgimento familiare tengono in piedi il film. Il racconto fila liscio e dubbi, confusione, sconvolgimento, paure, rabbia, vergogna, sono continue occasioni di divertimento. I genitori pensavano di avere in casa un tontolone. Invece condividono lo stesso tetto con una pornostar.
Poi di colpo “È nata una star” si sgonfia. Il motore comincia ad arrancare. Le bollicine della risata sono evaporate con troppa rapidità. Arrivare alla conclusione non è compito agevole. Luciana Littizzetto e Rocco Papaleo ce la mettono tutta per mantenere la barca in navigazione. Ma la storia è troppo debole. Si era partiti con il passo bruciante dei centometristi. Si arriva con quello lento dei maratoneti. L“attrazione nascosta” del ragazzo rimane nascosta. Nitroglicerina tenuta in frigorifero. Anche l’escamotage dell’incursione dei genitori nel mondo del porno poteva essere impiegato. Invece finiscono a rincorrere col fiato corto fantasmi materni, paterni e di precedenti fidanzati di Lucia.
L’irriverenza di Luciana Littizzetto, che caratterizza le sue apparizioni televisive, questa volta ha il silenziatore. E, nonostante la materia di “È nata una star” sia bollente, è molto più scollacciata una puntata (neppure troppo pepata) di Chiambretti. Non che sia un male. Anzi, è un pregio. Ma il lavoro non può rimanere a metà strada. Lo scorso anno ebbe un successo strepitoso “Nessuno mi può giudicare”. Se “È nata una star” avrà la stessa fortuna commerciale, non dovrebbe stupire più di tanto. I film italiani che incassano sono una manna dal cielo. Il rischio è che questi prodotti, ad un tratto, possano cadere a terra, fracassandosi le ossa pesantemente. Poi sarà più difficile rialzarsi.