Nel 2012 la Quadriennale di Roma non si farà per mancanza di soldi e di idee
03 Giugno 2012
di Carlo Zasio
La Quadriennale di Roma non si terrà nel 2012, probabilmente nemmeno l’anno prossimo. E il motivo è persino banale in tempi come questi: mancano le risorse. La denuncia fatta dall’attuale Presidente Jas Gawronski ha ricevuto però una piccata e puntuale risposta dal Ministro per i beni culturali, Lorenzo Ornaghi, che non lascia scampo: il contributo ordinario alla Fondazione è sempre stato erogato, non è stato presentato alcun progetto per un contributo straordinario né tantomeno Arcus – il soggetto da cui la Quadriennale attendeva un contributo – ha emanato un bando per l’anno in corso.
La storica istituzione voluta nel 1931 da Cipriani Efisio Oppo, presidente del sindacato artisti e deputato del Regno, per la promozione dell’arte italiana conosce così, dopo le edizioni saltuarie degli anni Sessanta e Settanta, una nuova battuta di arresto nella sua storia. Del resto la sua trasformazione nel 1999 da ente autonomo in fondazione non ha dato gli effetti sperati, come in molti altri casi analoghi: la contrazione del coinvolgimento statale – passato in 20 anni da oltre un milione a poco più di 360 mila euro – non è stata compensata dall’ingresso delle realtà locali – il Comune di Roma offre la sede di Villa Carpegna più 100 mila euro, la Regione circa 200 mila euro – né tantomeno dal coinvolgimento di soci privati. Inoltre l’istituzione sembra aver perso la sua spinta propulsiva e aver smarrito la sua ragione fondativa.
Nata per far emergere gli artisti italiani con un’occasione espositiva abbinata a premi acquisto da parte dei maggiori musei del Paese, ha lanciato o consacrato maestri come Carrà, Casorati, Sironi, Mafai, Afro, Morandi o, in tempi più recenti, creativi come Arienti, Cattelan, Beecroft, Basilè. Le ultime edizioni non hanno avuto il medesimo impatto, con risultati anche modesti di pubblico – la XV Quadriennale del 2008 chiuse con poco più di 30.000 visitatori – e poca eco al di fuori del contesto prettamente romano. Oltre alle risorse, quindi, sembrano mancare anche le idee. Un ritorno alle origini, con un ampio coinvolgimento del panorama artistico nazionale attraverso una seria e severa selezione delle candidature degli artisti e un nucleo ristretto di inviti altamente rappresentativo, potrebbe essere una soluzione per creare aspettativa e riavvicinare nuovamente la Quadriennale al pubblico. Quello che più ha impressionato, infatti, è che nessun artista abbia manifestato disappunto per la cancellazione dell’iniziativa. Un’indifferenza dovuta forse a una disaffezione che una simile istituzione non merita.