Perché non regge l’elogio del confronto di Fitto

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Perché non regge l’elogio del confronto di Fitto

29 Gennaio 2014

Anche oggi Raffaele Fitto lancia diverse frecciate al veleno all’indirizzo di Giovanni Toti, reo di averlo scalzato dal cuore del Cavaliere. Non va giù, al capo dei lealisti, questa nomina imposta dall’alto, che sta terremotando un gruppo dirigente i cui sogni crollano come un castello di carte.

L’articolato ragionamento dell’ex ministro si fonda sull’elogio del consenso e delle idee, del confronto e dei voti, quali migliori forme di legittimazione di una leadership politica.

Il buon Raffaele sarebbe certo più credibile se non militasse in un partito che il confronto lo rifugge; sarebbe certo più attendibile se provasse ad aprire una breccia nel muro che a piazza in Lucina hanno scandalosamente innalzato contro le preferenze.

Le nostre perplessità non vengono meno neppure nel momento in cui egli confessa di guardare con fiducia al futuro. Ne ricaviamo solo una certezza: dopo “Forza Campania”, è già in rampa di lancio “Forza Puglia”!