Il liberismo selvaggio del senatore Lo Giudice
25 Maggio 2014
La Consulta non ha ancora prodotto le motivazioni della sentenza con cui si consente la fecondazione artificiale eterologa, e già inizia la campagna di stampa e le pressioni politiche per ammettere anche l’utero in affitto. In questi ultimi giorni sui giornali femminili e di sinistra si sono moltiplicate le testimonianze e gli articoli sull’argomento, e ieri un senatore della Repubblica, il Pd Lo Giudice, ha orgogliosamente rivendicato il contratto con cui una giovane donna americana gli cederà il proprio figlio.
Qui non si tratta solo di ideologia e di “nuovi diritti”: è il mercato, bellezza. E’ il liberismo – questa volta davvero selvaggio – applicato alla sfera intima del corpo umano e della procreazione. Il denaro compra tutto: gameti, embrioni, gravidanze, figli in provetta o nel grembo di una donna; una donna che lo fa per necessità economiche, perché nessuna che sia davvero libera, anche dal bisogno, può accettare di sentir crescere un bimbo dentro di sé, sentirlo muovere, partorirlo e poi cederlo ad altri. Il senatore Pd non si pone, evidentemente, questi problemi. Ma cosa ne pensano le donne del suo partito?
Cosa ne pensano le amiche di “Se non ora quando”, le femministe bolognesi sempre attive (Lo Giudice è eletto in Emilia), e cosa ne pensa il presidente del consiglio? Non si tratta solo del fatto che un senatore della repubblica abbia violato, aggirandola, una legge italiana, ma del giudizio di merito: il Pd è favorevole al nuovo mercato del corpo e della procreazione? Si può comprare e vendere, con regolare contratto, una parte del proprio corpo? Si possono comprare e vendere, magari andando all’estero, organi, sangue, cellule e tessuti umani?
Noi pensiamo di no; il mercato è quello degli oggetti, non può riguardare i corpi. La sinistra dica ai cittadini, agli elettori, cosa ne pensa, e lo faccia con chiarezza.