Quei codardi che strappano le magliette simbolo della famiglia
07 Maggio 2015
Un ragazzo di Roma è stato aggredito il pomeriggio del primo maggio perché indossava una maglietta con il logo de La Manif Pour Tous, che rappresenta una famigliola stilizzata che si tiene per mano. La foto parla chiaro, ma il racconto del ragazzo è sconcertante: durante un picnic in un parco, tre persone l’hanno circondato, offeso e spinto a terra.
“Questa maglietta te la devi togliere” – hanno intimato al ragazzo – “sei un fascista, sei un antiabortista e un cattolico integralista”, gli hanno gridato contro. Al rifiuto del ragazzo, in presenza di testimoni, gli hanno squarciato la maglietta con violenza.
Non si tratta solo di opinioni diverse sulla famiglia; ormai l’intolleranza verso i cristiani (che fa nel mondo almeno una vittima ogni 5 minuti) sta sbarcando anche in Italia. Qui non sembra solo in gioco la libertà di pensiero e di espressione, ma anche una equivalenza tra l’essere cattolico (e quindi per la vita e la famiglia) e l’essere tout court integralista, incapace di un approccio laico alla conoscenza, incapace di rispetto verso la diversità.
Scommettiamo che la notizia dell’aggressione non apparirà sui grandi quotidiani? Scommettiamo che nessun opinionista, di quelli che si indignano con frequenza quotidiana per ogni “effrazione” al politicamente corretto, alzerà la voce per condannare l’episodio?