Crescita e debito, da Bruxelles l’ultimo schiaffo a Padoan & Co. (guardando Di Maio)

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Crescita e debito, da Bruxelles l’ultimo schiaffo a Padoan & Co. (guardando Di Maio)

08 Marzo 2018

Nella caotica fase post voto, dove nessuno sa quale governo avremo, se lo avremo e quanto possa durare, puntuale arriva il richiamo da parte dell’Ue: “In Italia la crescita è ancora molto sotto la media europea, il debito è il secondo più elevato dell’Ue e la produttività è bassa” ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis. Tutte cose già note ma che ora assumono davvero le fattezze dell’ultimo schiaffo al povero Padoan e al duo Renzi-Gentiloni.

Nel consueto rapporto della Commissione, infatti, si registrano “squilibri eccessivi”, tra cui alto debito e una protratta bassa produttività che comporta rischi di “implicazioni transnazionali, in un contesto di crediti deteriorati ancora elevati e disoccupazione”. Il debito “si stabilizza ma ancora non ha imboccato un percorso di ferma discesa a causa del deteriorarsi del saldo strutturale”. Come dire: si è fatto poco o nulla per invertire una tendenza già di per sé negativa.

Insomma, l’Europa esce allo scoperto, dopo aver nicchiato più volte nei mesi prima della campagna elettorale rincorrendo il tentativo di non “macchiare” eccessivamente il “prestigio internazionale” (si fa per dire) di Gentiloni. E ora che del Pd non rimangono altro che le briciole, scarica velocemente Padoan & Co. E non è un caso se da Bruxelles fanno sapere di essere disposti a concedere una proroga (causa elezioni) per la presentazione del Def, prevista per aprile. Il ministro Padoan avrebbe voluto scrivere lui il documento, ma la Commissione gli ha fatto notare che occorre un ministro nel pieno delle sue funzioni, dato che il Def, di fatto, è lo schema su cui verrà impostata la prossima legge di bilancio in ottobre. Tradotto: non può essere lui a gestire questa fase.

Chi lo farà ancora non è dato sapersi. Tuttavia rumors europei fanno sapere che nessuno a Bruxelles salirebbe sulle barricate se il Movimento 5 Stelle fosse messo alla prova concreta del governo. Eppure solo qualche mese fa più di qualcuno riferiva di alti timori europei per un eventuale governo grillino. Ora sembra tutto passato. Unica certezza, come riportato da diversi giornali, è che i vertici europei non vedrebbero di buon occhio un esecutivo guidato da Matteo Salvini. E poco importa se il centrodestra risulta la coalizione vincente. D’altronde, a queste latitudini, i responsi democratici provocano quasi sempre un po’ di orticaria.