L’antisemitismo politicamente corretto torna a uccidere in Francia
27 Marzo 2018
Non ci sono dubbi: quello di Mireille Knoll, l’85enne morta nell’incendio della sua abitazione, a Parigi, è stato un assassinio. Sulla tremenda verità emersa dall’autopsia del corpo della donna, devastato da 12 pugnalate, pesa una pesante aggravante, forse il più sconcertante dei moventi: l’antisemitismo. Mireille era ebrea. Il destino le ha risparmiato l’orrore della Shoah quando, grazie al passaporto brasiliano della madre, nel 1942, riuscì a fuggire al rastrellamento del Velodrome d’Hiver, una massiccia operazione della polizia nazista che, in pochi giorni, portò all’arresto di 30 mila ebrei parigini, di cui almeno 4 mila erano bambini. La donna ha scelto di rimanere nella sua amata Parigi anche dopo la guerra, ha sposato un uomo, anche lui ebreo sopravvissuto all’Olocausto, e ha messo su famiglia. L’odio razziale a cui era scampata da bambina è tornato a bussare alla sua porta dopo quasi 70 anni, ma questa volta non c’è stato nulla da fare.
I balordi, a quanto pare, si sono forzatamente introdotti nella sua abitazione, un modestissimo appartamento popolare dell’undicesimo arrondissement, e l’hanno barbaramente pugnalata fino a farla morire. Poi, hanno appiccato l’incendio. Gli inquirenti hanno temporeggiato un po’ prima di far sapere che la follia omicida era mossa da odio antisemita. Per qualche giorno hanno seguito la pista del furto aggravato; poi è venuto fuori che la vittima aveva recentemente presentato un esposto contro un vicino che l’avrebbe minacciata di farle bruciare la casa. La dinamica del delitto ha richiamato alla mente un altro omicidio a sfondo razziale, quello di Sarah Halimi, una donna ebrea uccisa nell’aprile del 2017 dal vicino musulmano.
Non si hanno ancora molti dettagli sull’identità degli uomini che la polizia ha posto in stato di fermo. I telegiornali si affrettano a sottolineare che l’omicidio si è consumato nel segno della persecuzione nazista, quella che rimanda all’estrema destra. Nessuno osa neppure ipotizzare che l’origine di questa tremenda barbarie debba essere invece ricercata nell’odio razziale che i musulmani nutrono verso gli ebrei.
Noi de l’Occidentale l’abbiamo raccontato in diverse occasioni, l’ultima proprio qualche giorno fa: la comunità ebrea francese è vittima di un assedio sempre più serrato e violento da parte dei cittadini di origine islamica. Ormai è rischioso persino denunciare le ingiurie e le minacce che gli ebrei ricevono ogni giorno, perché il rischio è che possano sfociare in vere e proprie rappresaglie. Si preferisce cambiare casa, quartiere, città. Qualcuno decide persino di lasciare la Francia. Il politically correct impone che questi fatti vengano taciuti, o perlomeno raccontati in parte. Nessuno osa puntare il dito contro la comunità islamica, i “nuovi” cittadini che la laicissima Francia multietnica ha il dovere di proteggere.