Se contraddire il voto degli italiani è ormai una prassi consolidata

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Se contraddire il voto degli italiani è ormai una prassi consolidata

07 Maggio 2018

A chi dire di no nell’interesse del Paese. Dire no a Mattarella sarebbe dire no al Paese” così Huffington Post Italia del 7 maggio raccoglie una dichiarazione del presidente del Consiglio in carica fatta durante la trasmissione “Che tempo che fa” . E invece l’interesse del Paese sarebbe dire no a quelle decine di milioni di stupidotti che hanno votato male il 4 marzo?

Confindustria, documenti che vengono, documenti che vanno. Oggi è arrivato anche il verdetto del Centro Studi di Viale dell’Astronomia, che in un paper, ha stroncato quello che a tutti gli effetti è un totem della politica economica del Movimento”. Gianluca Zapponini su Formiche del 3 maggio. Appena le chance di diventare premier di Luigi Di Maio si sono rivelate irrealistiche, da Viale dell’Astronomia è arrivata tempestivamente una dura stroncatura del reddito di cittadinanza. Domani se ci fosse una convergenza tra Lega e M5S, le stroncature si potrebbero attenuare: chissà un reddito d’inclusione, un più ampio sussidio di povertà…

La rievocazione di quando Berta filava fatta da Cassese sul Corriere non serve assolutamente a niente. La loro capacità di dialogare e di mettersi d’accordo in parlamento”. Sabino Cassese sul Corriere della Sera del 5 maggio assume un tono da quando “Berta filava” e loda i bei tempi quando dopo le elezioni si trovava dialogando un accordo in Parlamento. In una situazione così grave come l’attuale non sono sicuramente banalità di questo tipo che possono aiutare. La logica politica della Prima repubblica era rigidamente definita dal quadro della Guerra fredda, con una parte dello schieramento parlamentare allineato con l’occidente e destinato a governare, e un’altra legata a Mosca e collocata (con sostanziale consapevolezza dei propri limiti) all’opposizione. Rievocare una prassi politica le cui coordinate non esistono più, è solo un modo per perdere tempo. Oggi la reale discussione si svolge tra chi vorrebbe una sovranità italiana quasi pari a quella dei tedeschi, dei francesi, degli spagnoli o dei polacchi, e chi considera la nostra nazione incapace di vero autogoverno e da commissariare (cosa oggi peraltro più difficile perché i commissari della stagione 2010-2013 -cioè innanzi tutto tedeschi e americani – sono divisi tra loro). Alla fine si tratta di capire se si possa decidere indirizzati dal popolo sovrano, da far rivotare quando non dà un orientamento chiaro, o se l’unica via possibile, sia piegarsi  (prima individuandoli con attenzione, perché appunto neanche questo è più semplice) i ricatti a cui siamo via via sottoposti.

Di Maio è diventato ridicolo: Carlo De Benedetti si allinea a Scalfari già dallo stesso  ingegnere definito ridicolo quando il Fondatore sosteneva che Di Maio fosse ridicolo (e Berlusconi no). Il Movimento 5 Stelle è ridicolo”. Il sito del Fatto del 6 maggio riporta questa frase di Carlo de Benedetti intervistato da Lilli Gruber al “Festival della Tv e dei nuovi media”  tenutosi in questi giorni a Dogliani (Cuneo). Insomma il “ridicolo” non sarebbe più Eugenio Scalfari bensì Luigi Di Maio, mentre la soluzione sarebbe cercare l’appoggio di Silvio Berlusconi a Paolo Gentiloni come proponeva il precedente carlodebenedettianamente definito “ridicolo” Scalfari. Che dire? Ci vorrebbe una legge per proteggere gli anziani, impedendo che venissero abbandonati soli alle interviste di Lilli Gruber.