
Confindustria vuol mettere 16 miliardi nelle tasche di chi lavora

12 Maggio 2022
La guerra ha cambiato lo scenario geopolitico mondiale, certo, ma ha anche impattato sull’economia in modo dirompente. I due anni antecedenti all’invasione sono stati terribili, la pandemia messo in ginocchio tanti settori produttivi e impedito la crescita. Proprio per questo, l’Unione Europea, sotto la spinta di Merkel e Macron, ha cercato di invertire la rotta grazie a un nuovo pacchetto di facilities.
L’eccessiva accelerazione prevista in alcuni ambiti, come la transizione ecologica, e i diversi rapporti di forza con la Russia, tuttavia, impongono una riflessione. Anche Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha dichiarato che “In 60 giorni è cambiato il mondo, c’è necessità di fare una manutenzione al Next Generation Eu”. “La realtà dice che i costi di produzione sono aumentati – ha spiegato Bonomi – quello che sta succedendo nel mondo sta rallentando le catene della logistica, le prime gare sono andate deserte”. Eppure qualche avvisaglia già c’era stata negli scorsi mesi, quando Confindustria aveva provato a farsi sentire.
Bonomi e il ruolo dei privati nel Next Generation Eu
“Avevamo detto che la partnership pubblico-privato era fondamentale, che gli investimenti dei privati sono la parte consistente”, ha ribadito Bonomi. Il ruolo dei privati è ampiamente sottostimato dal governo, in cui la componente statalista purtroppo è maggioritaria. Basti pensare al Green deal europeo che prevede 3.500 miliardi di investimenti. “Il Pnrr ne stanzia solo 65, l’Italia ne dovrebbe fare 650 miliardi, quindi capiamo la dimensione dell’intervento dei privati”, ha chiarito il presidente di Confindustria.
Tagliare il cuneo fiscale per aiutare i lavoratori
Mentre prosegue il balletto dei bonus, dalle tende da sole ai mezzi pubblici, Bonomi ha riproposto un cospicuo taglio del cuneo fiscale e contributivo. Si parla di 16 miliardi in più nelle tasche dei lavoratori, non delle aziende. Non sono le imprese cattivone che vogliono arricchirsi, per chi ha un reddito di 35mila euro significherebbe ricevere ben 1223 euro in più. Confindustria ha anche trovato le coperture per evitare l’ulteriore accrescimento del debito pubblico: “38 miliardi di extra gettito nel 2022 e rimodulazione dell’1,6,% dei mille miliardi di spesa pubblica”. Speriamo che questo auspicio non resti lettera morta.
Il ministro del lavoro Orlando, tuttavia, ha già liquidato più di una volta questo approccio dicendo che “non ci sono le condizioni”, ha deciso di concentrarsi invece su un aumento dirigista dei salari e sulla redistribuzione tramite bonus. Non proprio la scelta più lungimirante, soprattutto se unita al fatto che l’epocale riforma fiscale che era stata annunciata è al palo per dissidi interni alla maggioranza.