Una botta senza precedenti (di E. Roccella)

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Una botta senza precedenti (di E. Roccella)

22 Giugno 2021

Che botta! Una iniziativa, quella del Vaticano sulla legge Zan, senza precedenti, che ha lasciato la sinistra e i 5 Stelle intontiti e senza parole. La più felpata e cauta delle diplomazie questa volta ha tirato fuori le unghie; la Curia ha fatto suo un vecchio motto dei romani: “quanno ce vo’ ce vo’”. Le reazioni scomposte di chi si scaglia contro l’ingerenza della Chiesa segnalano l’assoluta impreparazione di fronte a una questione molto seria, che riguarda il delicato rapporto tra stati sovrani e il rispetto dei patti sottoscritti, mentre la rabbia livorosa che emerge qua e là fa capire come la mossa abbia avuto un effetto davvero spiazzante. Tanta propaganda e tante interpretazioni che i media hanno insistentemente veicolato in questi mesi si sono rivelate di colpo manipolatorie e bugiarde: che il Papa fosse a favore della legge, che le paure sulla fluidità di genere fossero sciocchezze messe in giro da una destra becera e omofoba, che la libertà di espressione fosse perfettamente garantita, che le femministe contrarie al disegno di legge fossero un gruppetto di vecchie streghe “transescludenti”.

Le reazioni della politica sono ancora scarse, e anche il ritardo con cui la notizia è stata data è sintomatico: il Ministero degli Esteri, ovvero Di Maio, ha in mano le obiezioni del Vaticano già da tre giorni, ma ha preferito aspettare. Aspettare cosa, e perché? Il Senato, in cui sia il presidente leghista della Commissione giustizia, Ostellari, sia esponenti di punta di Italia Viva come Davide Faraone chiedono un tavolo per arrivare a un testo condiviso, avrebbe dovuto essere informato subito dell’incidente diplomatico con la Santa sede, per tenerne conto nei lavori parlamentari. Ma se i 5S sono in estremo imbarazzo, dato che il ministro a cui è stata consegnata la “nota verbale”, è uno dei più accreditati leader del movimento, il più turbato tra i politici è sicuramente il cattolico Enrico Letta, che fino a ieri proclamava con inusitata durezza che il disegno di legge sarebbe rimasto inalterato, sbattendo la porta in faccia a tutte le voci che, dall’interno della sinistra, tentavano di avanzare qualche dubbio. Quello che è certo, è che Draghi non sarà contento: la legge avrebbe dovuto seguire il proprio percorso parlamentare senza disturbare l’attività del governo, e senza creare interferenze e lacerazioni all’interno della strana maggioranza che lo sostiene. La testarda volontà del Pd di contrapporsi in modo frontale al centrodestra, isolando i renziani e ignorando tutti i tentativi di mediazione, ha dato i suoi frutti. E’ ovvio che se si radicalizza lo scontro bisogna essere disposti ad affrontare tutte le conseguenze che questo comporta.

E ora? Che farà il Pd lettiano? Può davvero seguire Fedez o Luxuria? Cercherà una soluzione “bilaterale”, fingendo di ignorare che le critiche al ddl Zan mosse dalla Santa sede riguardano la libertà dei cattolici di esprimersi, e non qualche garanzia in più per sacerdoti e scuole cattoliche?

Quello che è certo è che dopo oltre un secolo la frase pronunciata più volte da Cavour non è stata ancora capita e fatta propria dalla sinistra. Libera chiesa in libero stato; Cesare non deve invadere il terreno della libertà di coscienza, deve saper stare al suo posto. Può darsi che stavolta la lezione serva a qualcosa.