Diamo una mamma ai bambini di Kiev

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Diamo una mamma ai bambini di Kiev

Diamo una mamma ai bambini di Kiev

10 Maggio 2020

Il video girato a Kiev da un centro che si occupa di maternità surrogata (espressione pudica usata a livello internazionale per indicare l’utero in affitto) l’abbiamo visto in tanti. Quei bambini depositati in un hotel, nell’attesa che le persone che li hanno commissionati e pagati li vengano a prendere, sono uno spettacolo angosciante. La giovane che nel filmato illustra la situazione assicura che sono accuditi con attenzione, e non ne dubitiamo, ma è un colpo al cuore vederli così esplicitamente trattati da oggetti, anche se di valore. Oggetti in vetrina, abbandonati dagli acquirenti che non possono venire a ritirarli, e non c’è nessuno spedizioniere, nessun Deliveroo che possa fare la consegna a domicilio. Le intenzioni del centro di fecondazione artificiale ucraino sono evidenti: da un lato si cerca di rassicurare i clienti, mostrando i neonati e facendo vedere che sono in buona salute, dall’altro si lancia un appello disperato perché quei bimbi non restino a carico del centro, che non sa che farsene e non vuole spendere soldi per un affare che si sta rivelando rovinoso. Il mercato delle mamme e dei bimbi è in caduta libera, la pandemia ha bloccato non soltanto l’economia legale, ma anche quella illegale (ricordiamo che in Italia l’utero in affitto è vietato dalla legge) e i nuovi limiti ai traffici transnazionali hanno brutalmente interrotto i contatti tra richiesta e offerta. 

Ma aldilà di ogni considerazione resta un’urgenza a cui il nostro paese non può rimanere indifferente: la sorte di quei bambini. Carlo Giovanardi ha lanciato su questo sito una proposta a cui aderisco pienamente, quella di trovare subito per loro una famiglia, un padre e una madre, tramite l’adozione internazionale. I contratti sono scaduti, il “prezzo” dei bimbi forse non è stato completamente pagato (una parte spesso viene saldato “alla consegna”) ma  su tutto questo, e sugli ostacoli burocratici, un governo può certamente intervenire. Tante cose vengono fatte e decise, dai giudici, dai medici, dai legislatori, in nome del “miglior interesse del bambino”. Quale sia il miglior interesse di quei bambini appare chiarissimo a chiunque: uscire al più presto da una situazione di abbandono e essere affidati alle cure di una mamma e un papà. Oggi, nella giornata della mamma, chiediamo al ministro della famiglia Bonetti di attivarsi, di dichiarare la sua disponibilità a risolvere il problema. Ci sono migliaia di coppie italiane che attendono un bimbo, trovare una famiglia per quei 46 bimbi è facilissimo. E se è vero che in Ucraina ci sono alcune centinaia di bimbi in queste condizioni, solo con un’iniziativa internazionale si può cercare di risolvere la situazione.

Se invece questo governo ritiene  che i contratti di maternità surrogata, benché illegali  e vergognosi, siano da rispettare, e medita di venire incontro alla richiesta lanciata dal video (“rivolgetevi alle rappresentanze diplomatiche e al ministero degli Esteri del vostro paese per venire a prendervi i neonati” è il consiglio del centro ucraino ai committenti) lo dica con chiarezza:  almeno finalmente sapremo qual è la posizione di questa maggioranza sullo sfruttamento delle donne e la compravendita dei bambini.