“Le adozioni crollano ma il Pd ha difeso fino all’ultimo Silvia Della Monica”
17 Giugno 2017
di Carlo Mascio
Senatore Giovanardi, il Fatto Quotidiano ha portato alla luce il caso di Silvia Della Monica, ex magistrato e senatrice del Pd. In base alle intercettazioni, emerse nell’ambito del processo in corso a Savona a carico della onlus “Airone”, le accuse nei confronti di Della Monica sono gravi: fascicoli buttati nel cassonetto alle 3 di notte, invito alle associazioni sotto indagine a “non usare il cellulare”, reticenza di fronte ai magistrati, riferimenti all’allora premier, Renzi (“lo dico a Matteo”) che appaiono come tentativi di ricordare ai magistrati che si gode di potenti appoggi. Eppure la senatrice fino a ieri era alla guida della Commissione Adozioni Internazionali…
Eh già. E anche la sua nomina alla guida del Cai è stata fatta contravvenendo alla legge come abbiamo denunciato più volte.
In che senso?
Beh, le anomalie non sono poche. Anzitutto la Della Monica, ex magistrato, ex capogruppo del Pd in commissione giustizia, non aveva i requisiti previsti dalla legge per fare il Presidente, in quanto chi guida il Cai deve fare parte del governo, dato che la commissione deve essere presieduta dal Presidente del Consiglio o da un suo delegato. Seconda anomalia: il vicepresidente della commissione deve essere un magistrato con esperienza minorile. Lei, invece, è stata nominata sia presidente che vicepresidente della commissione, tant’è che a volte firmava da presidente, a volte da vice-presidente. Una cosa inaudita!
C’è una terza anomalia?
Si, forse quella più importante. In tre anni, la signora presidente non ha mai riunito la commissione. Per intenderci, io, nel mio periodo di presidenza al Cai, ho fatto una quarantina di riunioni dove si esaminavano le delibere, si discutevano, si approvavano o si ratificavano decisione prese d’urgenza. In questi tre anni, non è stato fatto niente di tutto ciò. Quindi tutte le decisioni che ha preso firmando a nome della commissione l’ha fatte senza mai riunire l’organo. E attenzione: la legge dice che le delibere non approvate o ratificate collegialmente decadono ex tunc, cioè come se non fossero mai esistite. Questo è il quadro di radicale illegalità in cui lei ha agito, a partire, come già detto, dalla sua nomina, fatta dall’allora Governo Renzi.
A questo punto viene da chiedersi: come mai la commissione non è stata riunita? Avete denunciato la situazione in Parlamento?
Naturalmente. Abbiamo presentato decine e decine di interrogazioni parlamentari e diverse denunce alla Procura. Ma, ad oggi, l’unica risposta che abbiamo avuto in merito è surreale. In pratica, per legge uno dei componenti della commissione deve essere designato dal Forum delle famiglie, realtà collegata alla Cei e composta da una cinquantina di associazioni. Una di esse è l’Aibi, che era già nel mirino di Della Monica, almeno a parole, perché poi, di fatto, lei non ha mai preso nessun provvedimento nei loro confronti. Eppure, in quanto Presidente della Commissione poteva farlo, eccome. Che sosteneva la Presidente? Che lei non riuniva la commissione perché al suo interno sedeva anche un rappresentante del Forum delle famiglie, in questo caso l’avvocato Simone Pillon, che – sia ben chiaro – non c’entra assolutamente niente con l’Aibi. Ripeto, è una cosa surreale. Per di più per il fatto che tale nomina è prevista dalla legge!
Stando alle intercettazioni, lei è stato anche tirato in ballo dalla Della Monica con parole non proprio dolci…
Lasciamo stare gli insulti nei miei confronti. Addirittura sono stato associato alla massoneria (sic!). In tal senso, non saprei se ridere o piangere. In ogni caso, quello che leggiamo nelle intercettazioni conferma un linciaggio a parole di tutto il passato della commissione. Accuse gravissime a destra e a manca non supportate mai da nessuna delibera. Quando ha criminalizzato alcuni enti, come l’Aibi appunto, avrebbe dovuto riunire la commissione e radiarli, se i fatti avessero dimostrato che questo era il comportamento da tenere. Cosa mai fatta. Ha dato priorità alle operazioni mediatiche: l’Espresso ha dedicato una copertina alla vicenda delle presunte gravi irregolarità da parte dell’Aibi in Congo, ottenendo denunce per diffamazione i cui processi sono in corso. Sul caso si sono scatenate anche diverse trasmissioni tv. Della Monica, poi, ha indotto alcune associazioni a mandare lettere di solidarietà nei suoi confronti…Per non parlare della vera nota dolente di tutta questa vicenda: le adozioni.
Infatti, in tutto questo, le adozioni che fine hanno fatto?
Sono crollate vertiginosamente. Tant’è che molte famiglie disperate si sono rivolte a me, che ora non ho nessuna più competenza in materia, perché in Commissione non rispondeva mai nessuno! Una cosa che ha destato sconcerto anche all’estero, con i paesi coinvolti nelle pratiche di adozione. Il governo, come ho già detto, è stato avvertito più volte da tutti i gruppi parlamentari che la Commissione non funzionava e avrebbe potuto intervenire prima per evitare questo crollo.
Alla luce di tutto ciò, cosa si sente di chiedere?
Spero solo che qualcuno intervenga per fare chiarezza sulla vicenda che, almeno per il momento, pur essendo grave, non ha ricevuto nessuna risonanza mediatica degna di nota, ad eccezione del Fatto ovviamente.