Nei tweet renziani non c’è spazio per giovani e povertà
21 Giugno 2017
di Carlo Mascio
Aprendo Twitter questa mattina, non poteva mancare tra le “tendenze” del giorno l’ultima infornata di dati Istat. Solo che, scorrendo tra tutti i profili che hanno usato l’hashtag #Istat, si scopre che praticamente quasi tutto il Pd, da Teresa Bellanova a Matteo Ricci, si è riversato a cinguettare. “#Istat: da politiche redistributive 2014/16 più equità e meno povertà. Bonus 80euro, 14esima pensionati, inclusione attiva: la strada giusta”. Più o meno questo è il tweet fotocopia che si può ritrovare nei profili degli esponenti piddini, o sarebbe meglio dire, renziani.
Sarà anche così. Ma se si dà uno sguardo più approfondito ai dati Istat contenuti nel rapporto sulla ‘Redistribuzione del reddito in Italia’, le cose non stanno proprio come ce le descrivono i tweet renziani. Ad esempio, stando sempre ai dati del rapporto, a beneficiare dei famosi 80 euro, elargiti dal governo Renzi, non sono state le famiglie a reddito più basso bensì quelle con redditi medio alti. “Il bonus di 80 euro – dicono dall’istituto di statistica – non è prioritariamente disegnato come misura anti-povertà”. In effetti, per via della natura stessa del bonus che esclude chi guadagna meno di 8000 euro, i cosiddetti incapienti e i non occupati, sono proprio le famiglie in fascia più bassa ad avere conosciuto meno l’effetto positivo del bonus (28,2%). Per cui, tecnicamente, del bonus renziano sembra aver beneficiato una categoria che non si può dire certo che se la passava male.
Un trend, questo appena descritto, che trova conferma in un altro dato a dir poco allarmante contenuto nel rapporto Istat: “Il sistema di tasse e benefici, associato a bassi livelli di reddito familiare, determina per le fasce più giovani della popolazione un aumento del rischio di povertà: dopo i trasferimenti e il prelievo il rischio di povertà aumenta dal 19,7 al 25,3% per i giovani nella fascia dai 15 ai 24 anni di età e dal 17,9 al 20,2% per quelli dai 25 ai 34 anni”. Per cui, se da un lato gli interventi pubblici sui redditi, attraverso tasse e benefici, hanno abbattuto “il rischio di povertà delle famiglie anziane”, dall’altro, però, hanno esposto maggiormente al rischio di povertà le coppie giovani e quelle adulte con minori.
Insomma, siamo alle solite: rafforzando i redditi medio alti, quelli più bassi, in modo particolare quelli dei più giovani, risentono maggiormente il peso del prelievo fiscale. Alla faccia dell’eguaglianza e della “redistribuzione”! Ma leggendo i tweet renziani, di tutto questo non c’è traccia.