Lasciate il monumento alla Ferrari sull’autostrada che gli spetta
20 Marzo 2011
Lo sanno persino i più stolti che l’Italia è il paese dei beni culturali. E degli artisti. Ogni città italiana, nelle piazze, nelle strade e nei giardini , è abbellita da opere d’arte. Ma siccome l’Italia è il “bel paese”, in senso metaforico (meglio specificare che non stiamo parlando dell’omonimo formaggio), da noi le opere d’arte non si trovano soltanto dentro alle città. Ma persino fuori. Nelle autostrade ad esempio. Dove secondo la logica di certi amministratori locali, anche i viaggiatori più disattenti, potrebbero trarne vantaggi dal vedere opere d’arte collocate nelle piazzole di sosta delle autostrade.
Ed ecco il caso di Modena, quando diversi parecchi anni fa, dire una ventina di anni fa se non di più, la Società Autostrade in accordo con le amministrazioni locali, decise di posizionare nell’area di parcheggio Calvetro, lo splendido monumento intitolato "Evoluzione", opera dello scultore emiliano, Franco Reggiani (1926-1991), progettato in onore della storia e dell’evoluzione tecnica della casa automobilistica Ferrari, di Maranello. Il monumento, scolpito in modo da essere costituito da un assemblaggio stilistico di sette vetture che ripercorrono la vita di Enzo Ferrari, dalla musetto dell’Alfa Romeo usata da Ferrari per la sua prima competizione con la Scuderia Ferrari per terminare col cofano e l’alettone della Ferrari 312 T5 di Gilles Villeneuve, versa da diversi anni in condizioni davvero pietose. La superficie della scultura è totalmente screpolata, sbiadita del suo colore originale. Potremmo dire quasi irriconoscibile.
E va detto per la cronaca che a decine sono state le petizioni di automobilisti che, scrivendo direttamente sul forum della Ferrari, hanno chiesto a gran voce di muoversi per un restauro del monumento. Sul carro dei protestanti è poi salito prima di tutti, il consigliere comunale reggiano Pier Paolo Comastri. Un gruppo di amici dell’artista – fa sapere Comastri – si è già mosso contattando la Società Autostrade, che si è resa totalmente disponibile alla rimozione della scultura purché a costo zero. I figli dell’artista, che vivono a Reggio Emilia, avrebbero già predisposto uno spazio per il restauro. Sperando poi, chiedono gli amici, in una nuova collocazione, una volta restaurata la grande opera rossa. Ovviamente un gruppo di sponsor, formato da banche imprenditori, ha dato la propria disponibilità di massima a supportare i costi per il restauro: all’incirca trentamila euro.
Ringraziando prima di tutto gli sponsor, noi speriamo invece che l’opera venga al più presto riportata agli antichi splendori, ma che venga lasciata lì dov’è. Sull’autostrada. Nella sua collocazione originale. Non si dimentichi Comastri e company, che le opere d’arte vengono concepite dagli artisti, quindi ideate nello stile e nelle dimensioni, a seconda della loro collocazione. Questo per dire che un’opera di tali dimensioni com’è quella di Reggiani, non potrebbe stare in altro luogo, che non quello dell’autostrada. Anche perché questa geniale scultura, è diventata famosa alle migliaia di automobilisti che transitano sull’A1, come la scultura dell’Autostrada. Al pari della Chiesa dell’Autostrada, progettata da Michelacci nei pressi di Firenze.