Monti, Visco e l’orologio di Susanna Camusso

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Monti, Visco e l’orologio di Susanna Camusso

26 Ottobre 2017

L’orologio della Camusso segna l’ora giusta su Monti, ma essendo rotto sbaglia l’ora di Visco. “Con il governo Monti si è scelto di dichiarare l’inesistenza di problemi sulle banche”: come ben illustrato dal famoso aforisma sull’orologio rotto che due volte al giorno segna l’ora giusta anche Susanna Camusso dice una cosa giusta, sul Corriere della Sera del 22 ottobre. Poi, però, il fatto di avere lancette rigidamente ferme impedisce all’orologio di Susanna di procedere sulla strada della ragionevolezza: la differenza tra il sicuramente “colpevole” Mario Monti e il probabilmente “colpevole”  (o almeno assai responsabile per scarsa vigilanza) Ignazio Visco è che il primo alla fine (dopo aver ben ben sfiancato la nostra democrazia) si è dovuto sottoporre al voto degli italiani che lo hanno giustamente messo ai margini della scena politica, su Visco invece il giudizio fondamentale sarà del governo che non si capisce perché mai, almeno per una che se la dà da democratica come la segretaria della Cgil, non dovrebbe poter anche ascoltare un parere del Parlamento.

Il pessimismo dell’intelligenza e l’idiozia del panglossismo. “The more worried people are, the safer the system”  Martin Wolf sul Financial Times del 25 ottobre spiega come più la gente è preoccupata, più il sistema è salvabile. I grandi banchieri centrali, poi, dice ancora Wolf, hanno fatto il loro mestiere bene ma questo di per sé non risolve rilevanti problemi di fondo dello stato dell’economia globale. Che bello respirare di nuovo il pessimismo dell’intelligenza e l’ottimismo della volontà, dopo tanta foschia prodotta dall’idiozia dei tanti panglossisti per i quali “tutto va bene nel più perfetto mondo merkelliano possibile”.

Finalmente uno scoop: dietro Russia Today c’è la Russia. “RT worked out in the open” in mezzo a tutto quel minestrone che si è cucinato sulla questione delle fake news e delle influenze russe sul voto americano, Daisuke Wakabayashi e Nicholas Confessore sul New York Times del 24 ottobre riconoscono almeno una cosa che “RT opera a volto scoperto”. Meno male che il giornalismo liberal ha ancora robuste capacità investigative e ha il coraggio della verità anche in controtendenza con le proprie tesi antiputiniane, altrimenti non avremmo mai potuto sapere che dietro Russia Today vi fosse la Russia.

Sanchez e Bersani: il socialismo li ha fatti, la lucidità li accoppia. “Regreivo y reazionario” così Pedro Sanchez, segretario del Psoe, ha definito l’indipendentismo catalano su El Paìs del 23 ottobre. Queste affermazioni del leader socialista spagnolo richiamano immediatamente quell’aria lucida, brillante, e convincente che ha Pierluigi Bersani quando dice che con il Rosatellum “si apre una questione democratica” (Huffington post Italia 11 ottobre).