Autovelox, sicurezza stradale o nuove tasse occulte?

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Autovelox, sicurezza stradale o nuove tasse occulte?

06 Luglio 2017

La paura più grande per un automobilista? Beccarsi una multa da un autovelox. Scherzi a parte. Ma nemmeno troppo. Sappiamo bene che le paure di chi sta alla guida di un auto sono ben altre. Tuttavia, ultimamente, quella dell’autovelox ha iniziato a scalare posizioni su posizioni. Soprattutto perché, se si sgarra, a piangere è il portafoglio. E in tempi di crisi come questi c’è chi addirittura ha dovuto aggiungere al bilancio familiare un capitolo di spesa solo per le multe.

Sembrerebbe assurdo ma è proprio così. Certo, a questo punto qualcuno potrebbe dire: “si ma se superi il limite di velocità, metti a rischio la tua vita e quella degli altri e quindi è giusto che paghi”. Giustissimo. Su questo non ci piove. Quando però arrivano alla ribalta nazionale casi come quello di Bologna, dove su 5000 multe su un tratto di strada dove il limite è di 50 km orari, ben 4000 sono arrivate per superamento dei limite entro i 10 chilometri orari (sapendo che la tolleranza è del 5%, dai 56 ai 65), allora un dubbio sorge spontaneo: non è che questi autovelox, in alcuni casi, più che per la sicurezza, servono per rimpinguare le casse del Comune?

Domanda lecita se si pensa che queste, come è noto, da un po’ di tempo, più che piangere sono disperate, dato che lo Stato continua a tagliare fondi agli enti locali. E così, amministratori a caccia di fondi per tirare avanti la carretta comunale, in alcuni casi fanno ricorso agli autovelox. Ma, lo ripetiamo, il problema non è tanto quello di aumentare i controlli della velocità dove serve per salvaguardare la sicurezza stradale, ci mancherebbe, quanto invece installare “macchinette” (come vengono chiamate in gergo automobilistico) nei punti più impensabili (ad esempio, in fondo a discese) oppure imponendo condizioni difficili da rispettare (ovvero limiti di velocità sproporzionati al tasso di scorrimento della strada). Insomma, in poche parole, dove la multa scatta facile.

Tra i tanti casi, degno di nota è quello di Roma, dove l’amministrazione Raggi ha comunicato l’installazione di una raffica di autovelox con limiti di velocità a dir poco dubbi. Ad esempio, su Via Cristoforo Colombo – non una qualsiasi, dunque – ne sono stati installati ben cinque, in alcuni casi con limiti che oscillano dai 50 ai 30, limiti – soprattutto quello dei 30 –  praticamente quasi impossibili da rispettare in una strada a scorrimento veloce come quella presa in esame. Stessa situazione sul Grande Raccordo Anulare, dove viaggiare sui 30 o sui 50 potrebbe addirittura aumentare il rischio tamponamenti.

Insomma, alla luce di quanto detto, una cosa sembra sempre più chiara: dopo l’aumento delle tasse da parte di Renzi, quella dagli autovelox selvaggi sta diventando una nuova forma di tassazione, per di più indiscriminata e occulta, in quanto talvolta l’obiettivo non è tanto la sicurezza stradale quanto cercare di mettere in sicurezza i buchi dei bilanci comunali. Per giunta, in alcuni casi, senza tagliare gli sprechi di denaro pubblico, come accade a Roma, dove l’unica cosa che è arrivata “alle stelle” sono le tasse a carico dei romani. E il finale, purtroppo, è sempre lo stesso: come direbbe Totò: “Ed io pago!”.