
A chi sì e a chi no. Non era meglio l’obbligo per tutti?

11 Agosto 2021
Il tema del green pass è da qualche settimana al centro della scena. Nato come semplice strumento di agevolazione della certificazione dell’avvenuta vaccinazione contro il Covid, con il passar del tempo ha acquisito una valenza del tutto diversa, è diventato lo strumento per costringere indirettamente tutti a vaccinarsi. In un primo decreto il Governo lo ha individuato come elemento indispensabile per poter accedere ad alcune attività: bar e ristoranti al chiuso, palestre, musei, eventi e concerti anche all’aperto. Si è trattato di un atto pieno di importanti implicazioni di principio ma tutto sommato di poca rilevanza pratica atteso che condiziona al vaccino solo poche attività e del tutto facoltative della nostra vita quotidiana.
Il vero salto di qualità il Governo lo ha compiuto con il secondo decreto con il quale estende il vincolo del green pass ad altri settori. In particolare alla scuola e ai trasporti a lunga percorrenza. In questo caso la necessità del vaccino riguarda fondamentali attività primarie per molti individui: il proprio lavoro o i propri spostamenti. E il soggetto interessato, ad esempio un insegnante di scuola, in realtà non ha alcuna reale possibilità di scelta: deve vaccinarsi pena lo stravolgimento della propria esistenza.
Preliminarmente vorremmo chiarire che non abbiamo nessun problema nei confronti del vaccino e che non nutriamo alcuna simpatia per le posizioni dei no-vax. Siamo convinti che il vaccino rappresenti l’unica soluzione veramente efficace per avvicinarci al traguardo della sconfitta definitiva del virus come del resto la storia delle malattie infettive che hanno infestato il mondo in passato ampiamente dimostra.
Non è questo il problema. Il problema che è che la previsione di un obbligo indiretto di vaccinazione riferito sono ad alcune categorie di persone pone immediatamente una grave questione di giustizia e soprattutto di eguaglianza di trattamento. Che senso ha obbligare tutti gli insegnanti e i bidelli delle scuole italiane a vaccinarsi e non prevedere che un uguale obbligo gravi su chi lavori in una grande impresa nella quale ogni giorno si concentrano centinaia di lavoratori? (E forse è proprio qui che risiede la ragione dell’imprevisto via libera al decreto dato dalla Lega, molto sensibile alle esigenze del popolo dell’industria e delle partite IVA e assai meno a quello degli insegnanti di scuola fra i quali sinceramente raccoglie scarsissimi consensi.) Io personalmente lavoro in una grande struttura nella quale si concentrano ogni giorno più di mille persone: perché io posso non vaccinarmi (in realtà sono già vaccinato con due dosi) e il bidello di una scuola di paese con due sezioni e 300 alunni è invece obbligato a farlo se vuole continuare a lavorare?
La soluzione al problema è semplice e lineare. Se riteniamo che l’unica risposta efficace alla sfida che il Covid ci ha posto (in assenza di cure e terapie veramente funzionanti) sia la vaccinazione di massa, non resta che prevedere l’obbligo generalizzato di vaccinazione, temperato dalla esenzione per quelle categorie di soggetti che potrebbero incorrere in pericoli di conseguenze avverse in caso di somministrazione. Non ci si venga a dire che questo rappresenterebbe una lesione alla libera determinazione individuale. Anche il Green pass lede la libertà dell’individuo ma lo fa in modo subdolo e ingiusto, solo per alcuni cittadini. Del resto in Italia attualmente sono già previste 10 vaccinazioni obbligatorie (anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella) previste contro patologie che, anche prima dell’introduzione dell’obbligo vaccinale, mietevano un numero di vittime molto inferiore rispetto alla falcidia di vite umane causata dal Covid in questi ultimi mesi. Affidarsi a meccanismi indiretti che facciano leva sul desiderio delle persone di andare a cena al ristorante (semmai il prossimo inverno) o che riguardino solo alcune categorie di lavoratori rischia di essere oltre che ingiusto anche del tutto inefficiente!