A Roma c’è un museo degli strumenti musicali e nessuno lo sa
13 Marzo 2011
di Carlo Zasio
A Roma, nel complesso di Santa Croce in Gerusalemme nei pressi di San Giovanni, si cela un museo sconosciuto ai più, visitato nel 2010 da poco meno di 15.000 persone in gran parte non paganti, che conserva uno straordinario patrimonio di strumenti musicali antichi. Di gran lunga l’istituzione del genere più importante in Europa, ospita la magnifica collezione del tenore Evan Gorga, donata allo Stato italiano nel 1950, assieme a altri fondi minori, con reperti che raccontano la storia della musica dell’umanità. Tra i molti, la preziosa arpa Barberini, maestria del barocco italiano, e uno dei tre strumenti rimasti costruiti nel Settecento da Bartolomeo Cristofori, l’inventore del pianoforte.
Dopo l’inaugurazione del 1974 per anni questo tesoro ha versato in uno stato miserevole. L’inventariazione è stata completata solo nel 2009, l’allestimento non è mai stato aggiornato alle moderne possibilità multimediali, gli spazi espositivi non godono di una sufficiente pulizia, molti degli strumenti non vengono adeguatamente restaurati e la loro spolveratura è opera recentissima. Eppure proprio il prototipo del pianoforte del Cristofori, perfettamente funzionante, è richiestissimo per esibizioni e concerti in tutto il mondo, al punto che ne è stata fatta una riproduzione identica per non comprometterne la conservazione. Ci sono tutti i presupposti, quindi, per una maggiore valorizzazione di questo inestimabile patrimonio, che passa però attraverso un ampliamento e una riqualificazione degli spazi e una maggiore dotazione di personale, al momento a malapena sufficiente.
Lo sgombero e la ristrutturazione di alcuni spazi demaniali adiacenti al museo sembrava un primo importante passo in questa direzione, ma pare che questi ambienti verranno destinati al personale dell’Ente Teatrale Italiano, dismesso con la manovra straordinaria nel luglio dello scorso anno, ora in forza alla DG per lo Spettacolo dal Vivo.
La Soprintendenza per il Polo Museale Romano, da cui dipende il Museo degli Strumenti Musicali, ha pronto un progetto di riallestimento complessivo, affidato all’architetto e scenografo Pierluigi Pizzi, e la Direzione Regionale per i Beni Culturali sta per intraprendere i necessari lavori di ristrutturazione e messa a norma. Rimane da sciogliere il problema dell’apertura del museo, che per tutta la durata del cantiere sarebbe compromessa, e pensare il rilancio di questa istituzione, per troppo tempo vissuta come una realtà minore del nostro patrimonio nazionale ma meritevole di ben altra attenzione. La speranza è che presto un vento nuovo scuota la polvere da teche e vetrine per restituire agli italiani un gioiello nascosto.