A San Giovanni anche la sinistra canterina riscopre la “Patria”

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A San Giovanni anche la sinistra canterina riscopre la “Patria”

01 Maggio 2011

Parole d’ordine? “Storia, Patria e Lavoro”. E sì, sono proprio queste le linee guida del concertone del Primo Maggio di quest’anno e mai furono più adatte: il lavoro è un concetto che ci sta tutto, anche se c’è ben poco da festeggiare viste le condizioni lavorative che attanagliano la maggioranza dei giovani e dei giovanissimi che prenderanno parte come ogni anno alla kermesse.

Ma quest’anno c’è una novità, e non si tratta di Neri Marcorè, a cui stavolta tocca presentare l’evento. La novità è l’introduzione, nel lessico del concertone, della parola “patria”, che ci sta sicuramente bene visto che siamo nell’anno del centocinquantennale, ma finora non è che fosse mai stata proprio al centro dell’attenzione di musicanti e pubblico raccolti a Piazza San Giovanni.

Per molto tempo i grandi cantautori e gli interpreti della canzone italiana, almeno quelli che presenziano regolarmente il concertone, ed in qualche modo s’identificano nella cultura di sinistra, hanno sempre maldigerito l’idea di patria, prendendosela molto peggio con quella di nazione, patriottismo e nazionalismo venivano percepiti come qualcosa di negativo. Sarà colpa din una bella insolazione (tipica caratteristica della giornata a piazza San Giovanni) ma a quanto pare gli organizzatori del concerto si sono allineati al nuovo corso, re-innamorandosi del Risorgimento e del tricolore, cosa che, sia chiaro, non può che fare piacere (vedremo quanti ne sventoleranno).

Tra i tanti ospiti della giornata, Gino Paoli interpreterà una versione riveduta e corretta di “Va pensiero”, mentre Ennio Morricone proporrà la sua inedita “Elegia per l’Italia”. Tradizione patriottica rispettata, dunque, anche se in un clima di disimpegno generale (complice la satira di Marcorè), una ricetta che non pare per forza indigesta . E se vi piace il rock, o pensavate che il punk fosse qualcosa di rivoluzionario, anarchico e antipatriottico, beh, ci penserà Eugenio Finardi a farvi cambiare idea, intonando l’Inno di Mameli.