A Trani si indaga su S&P’s. L’accusa è di insider trading e abuso di mercato

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A Trani si indaga su S&P’s. L’accusa è di insider trading e abuso di mercato

28 Settembre 2011

L’agenzia internazionale di rating Standard&Poor’s, terrore dei governi contemporanei, è finita nel mirino della Procura di Trani, che stando alle ultime notizie ha acquisito il report con il quale è stata declassata l’affidabilità del debito sovrano italiano da AA ad A+. I reati che la Procura pugliese ipotizza sono di insider trading e abuso di mercato:  in sostanza, si sospetta che l’agenzia internazionale abbia abusato della propria posizione di dominio favorendo facili speculazioni finanziarie e danneggiando tutti coloro che avevano già acquistato debito italiano. L’indagine del pm Michele Ruggiero è partita nel 2010 all’indomani della denuncia di Adusbef e Federconsumatrori che hanno coltivato, a lungo, il dubbio che alla base delle decisioni delle rinomate agenzie di rating non ci fossero solide radici finanziarie, ma piuttosto forme occulte di propaganda politica.

L’iscrizione nel registro degli indagati di tre analisti S&P è, dunque, solo l’ultimo atto dell’inchiesta partita nel maggio del 2010, quando fu analizzato un altro report, quello di Moody’s, che definiva l’Italia un "paese a rischio" al pari di Grecia e Spagna: il ruolo centrale che queste agenzie di rating hanno nel panorama economico internazionale ha spinto, già nel 2010, la procura di Trani ad indagare per evitare che le eventuali speculazioni potessero danneggiare grandi e piccoli risparmiatori. Ora, a distanza di più di un anno dall’apertura dell’inchiesta, il pm pugliese, dopo un colloquio informale con il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, ha allegato al faldone d’indagine il report della scorsa settimana con il quale Standard&Poor’s non solo ha declassato di un notch l’Italia, ma si lancia anche in considerazioni politiche auspicando che “la fragile coalizione di governo possa rispondere in maniera decisa alle sfide macroeconomiche interne ed esterne”.

Il giudizio di S&P,  che poco ha di economico, sembrerebbe avvallare le preoccupazioni della procura tranese al punto che il timore e’ che il declassamento possa essere stato più un atto di accondiscendenza verso quel filone politically correct allergico al governo italiano, piuttosto che il frutto della reale situazione economica del nostro Paese. L’inchiesta pugliese, come e’ facile immaginare, ha una naturale propensione internazionale: prossimamente fará visita in Procura anche il greco Kiriakos Tobras,  che già nell’aprile del 2010 presentò al procuratore capo della Corte di Cassazione ateniese un’accurata denuncia rivolta alle agenzie di rating accusate, anche lì, di speculazioni finanziarie troppo facili.

Inoltre, in attesa degli sviluppi dello studio del report curato dagli economisti Donato Masciandaro (dell’Università Bocconi) e Giovanni Ferri (docente a Bari), il pm pugliese Ruggiero sarà il mese prossimo negli States dove dovrebbe acquisire dalla Sec – Securities and Exchange commission – importanti documenti  relativi al clamoroso declassamento del debito americano (questa volta da tripla A ad AA+) dichiarato lo scorso 5 agosto sempre  da Standard&Poor’s e che fece sobbalzare nello studio ovale un attonito Obama, deciso a rifiutare il declassamento: “Non importa quello che dice un’agenzia, noi siamo gli Stati Uniti d’America e saremo sempre da tripla A” tuonò il Presidente. Provando a ristabilire quel primato della politica sull’economia che manca ancora nella vecchia Europa.