Adesso la vera sfida per la Georgia è “liberarsi” dalla morsa di Saakashvili

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Adesso la vera sfida per la Georgia è “liberarsi” dalla morsa di Saakashvili

03 Ottobre 2012

L’Opposizione in Georgia è riuscita ad evitare la falsificazione di massa. E’ ovvio che le recentissime elezioni sono state ben lontane dagli standard occidentali ma comunque sono stati fatti dei passi in avanti. Gli attivisti del partito di Ivanishvili sono riusciti a sventare i numerosi tentativi di falsificazione riuscendo così a mantenere la scelta della gente più o meno inalterata.

I sostenitori di Bidzina Ivanishvili hanno vigilato  tutta la notte del due ottobre per evitare i brogli elettorali. Ci sono ancora numerose questioni aperte riguardo le scorrettezze durante il voto ma in generale la gente georgiana è riuscita a fare la propria scelta.

Un occhio molto vigile degli osservatori Europei ha fatto la differenza. Già da ieri pomeriggio, il partito del regime e stato costretto ad ammettere la sconfitta e ad annunciare il suo passaggio all’opposizione. Quindi, la coalizione di Ivanishvili si ritrova in maggioranza e dovrà formare un nuovo governo.

È ancora da vedere cosa farà Saakashvili e quale sarà il rapporto tra il presidente e il nuovo governo del paese. La Georgia è una repubblica presidenziale, e quindi, il presidente ha un forte peso sul piano politico. Questo è l’aspetto importante da considerare. Si spera che il regime autoritario georgiano venga pian piano smantellato e abbia inizio la lenta ma reale democratizzazione del paese.

Certo, sarà difficile mutare immediatamente la situazione politica, ma rimane il fatto che le istituzioni in Georgia hanno bisogno una ricostruzione totale. Di sicuro, il precedente approccio autoritario dello stato non sarà più tollerato dalla popolazione e la coalizione di Ivanishvili dovrà sforzarsi molto per ridisegnare una nuova governance del paese.

Inoltre, si auspica che Bidzina Ivanishvili e la sua coalizione possano investigare su tutti i presunti reati commessi dal regime di Saakashvili ai danni della nazione e della sua gente per  tentare di far tornare il senso della giustizia nel paese.

E’ doveroso ricordare che la Georgia ha perso due regioni durante la guerra del 2008 e che questo aspetto richiede la massima attenzione da parte della nuova maggioranza.

C’è da sottolineare che Saakashvili è stato costretto ad accettare la sconfitta per evitare la fine del suo predecessore (Shevardnadze) e quindi, è molto difficile vedere qualche particolare gesto democratico nel suo comportamento, ma è più gesto di costernazione.

La nuova coalizione di maggioranza, quindi, ha tutto il diritto di chiedere le dimissioni di Saakashvili (se vuole) considerando il pugno di ferro con cui ha guidato il paese negli ultimi anni.

Alcuni politici occidentali, sostenitori personali di Saakashvili, hanno contestato le intenzioni di Ivanishvili di chiedere le dimissioni del presidente. Tutto ciò è la prova ulteriore, di come questi politici non abbiano mai ben compreso di quanto fosse ingiusto e pericolo il regime di Saakashvili.

In sintesi, si può certamente pensare che il cammino verso il vero cambiamento del paese possa iniziare immediatamente. Non ci rimane che vedere se il nuovo esecutivo rimarrà fedele alle promesse e al suo programma politico che prevede "la liberazione" della Georgia dalle mani di un partito che ha sfruttato e usato il paese come una vera e  propria proprietà privata per ultimi 8 anni.