Agenzia per la Sicurezza Nucleare, Veronesi serve anche per rassicurare
12 Luglio 2010
Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dello Statuto dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare, è la volta del decreto legge che semplifica il quadro di incompatibilità dei suoi vertici. Il Decreto Legge 105/10, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale di venerdì scorso, consente, infatti, la nomina a presidente dell’autorità di un parlamentare. Via libera, quindi alla nomina di Umberto Veronesi, senatore del Partito Democratico, già da tempo in odor di designazione.
Non che manchino i nomi tra gli eletti del centrodestra; su tutti Guido Possa, senatore di indiscussa competenza, con un passato da ricercatore al Cise e da docente in controllo dei reattori nucleari al Politecnico di Milano. Ma a suggerire il nome di Veronesi giocano molti fattori.
Un oncologo di fama internazionale serve ad assicurare e rassicurare. L’autorità dovrà stabilire gli standard tecnici per la salvaguardia della salute dei lavoratori e delle popolazioni interessate e vigilare sul loro rispetto. L’esperienza e la professionalità dell’ex ministro troverebbero quindi utile impiego nel suo ruolo di presidente dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare e convincerebbe l’opinione pubblica al di là degli orientamenti politici. Lo Statuto dell’Agenzia affida ad essa il compito di curare “ogni iniziativa utile alla corretta, continua e tempestiva informazione della popolazione circa la sicurezza dell’impiego dell’energia nucleare a fini civili”. Un tecnico che vanti riconoscimenti accademici a livello internazionale e una diffusa popolarità potrebbe dare più credibilità ed efficacia all’attività informativa dell’Agenzia.
Altro fattore da non trascurare è l’appartenenza politica del Professore. Un nome di garanzia, che piaccia ad ambienti dell’opposizione darebbe stabilità al nuovo corso della politica nucleare italiana. Ad oggi il progetto è un’iniziativa di parte, voluta e portata avanti dall’attuale governo. L’elezione di una maggioranza di colore diverso rischia di vanificare il lavoro sinora svolto, anche in caso di fallimento dell’iniziativa referendaria contro il nucleare condotta dall’Italia dei Valori.
La collaborazione con quanti nel Pd hanno superato le posizioni preconcette avverse alla tecnologia nucleare serve anche ad allargare e rinsaldare l’area di consenso attorno al progetto. Nel 2007 Veronesi dichiarava che per rispettare gli impegni presi nel Protocollo di Kyoto, ed evitare sanzioni per inadempienza, l’Italia dovrebbe superare i pregiudizi verso la tecnologia nucleare e realizzare 10 centrali in 10 anni. Sua la prima firma della lettera alla segreteria del Pd con cui pezzi del mondo scientifico e parlamentari dell’opposizione hanno espresso l’invito ad abbattere le barriere ideologiche che si frappongono ancora all’atomo.
Con il nuovo decreto, la sua nomina si fa quindi sempre più probabile. Ma il provvedimento prevede anche che, per il primo giro di nomine del presidente e dei quattro componenti dell’autorità, non si applichino le norme che impediscono loro l’esercizio di attività professionale o di consulenza, di essere amministratori o dipendenti di soggetti pubblici o privati e di ricoprire altri uffici pubblici di qualsiasi natura o di rappresentanza nei partiti politici. Rimangono, come cause di incompatibilità, lo svolgimento di incarichi politici (fatta eccezione per la carica parlamentare che può essere rivestita dal Presidente) e la sussistenza di un conflitto di interessi dato da legami stretti con imprese operanti nel settore.
Il decreto, che dovrà ricevere l’approvazione del Parlamento entro il 7 settembre prossimo, dovrebbe quindi accelerare l’iter di nomina dell’Agenzia. Con la pubblicazione dello Statuto, avvenuta mercoledì scorso, scatta il termine di tre mesi per l’adozione del Regolamento con cui saranno disciplinate le modalità di funzionamento dell’autorità. Entro il 7 ottobre dovrebbe quindi completarsi il quadro normativo ed istituzionale che consentirà l’avvio dei lavori dell’autorità tecnica di regolamentazione su cui fa perno l’intera politica nucleare.