Ai congressi del Pdl sto con i giovani fuori dal coro

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Ai congressi del Pdl sto con i giovani fuori dal coro

10 Febbraio 2012

Avevo deciso di disinteressarmi completamente dei congressi locali del Pdl. Ero infatti convinto che l’ultimo dei problemi di quello che nel 2008 è stato il partito più votato fosse quello di darsi un’organizzazione.

Al posto di Angelino Alfano, diventato segretario all’inizio di una fase di estrema difficoltà per Silvio Berlusconi e che sarebbe sfociata nella caduta del premier eletto dagli italiani solo tre anni e mezzo fa, avrei puntato sulla ricostruzione di una credibile offerta politica in vista degli appuntamenti elettorali del 2012 e del 2013 e non sull’organizzazione territoriale.

I congressi locali, inoltre, sono a mio avviso il modo migliore per far emergere, senza risolverle, le contrapposizioni di cultura politica tra le due classi dirigenti, quella proveniente da Forza Italia e quella proveniente da Alleanza Nazionale, che si sono giustapposte, ma non si sono mai pienamente unite in un progetto politico.

Il collante del Pdl è sempre stata la leadership di Silvio Berlusconi. Oggi che la leadership berlusconiana non è più proiettata – per esplicita e dichiarata volontà di Berlusconi – verso la conquista elettorale della premiership, la coesione del partito è messa alla prova. E appuntamenti che per loro natura dividono, come i congressi locali dove ci si organizza sulla base delle appartenenze e non dei progetti (non sono previste mozioni o tesi, ma solo liste di candidati), possono rendere più grave la crisi di rappresentanza del Pdl, un partito che ha perso nei sondaggi più di 15 punti in soli tre anni.

Si pensi, poi, a da alcune vicende opache che hanno caratterizzato la raccolta delle adesioni, come ad esempio alcune situazioni verificatesi in Emilia Romagna, tra le quali spicca il caso di Modena denunciato con forza da Isabella Bertolini e quelle emerse in Puglia dove la maggioranza congressuale non sembra aver agito in modo del tutto limpido. E le tante altre destinate ad emergere nei prossimi giorni.

Un partito che nel giro di alcune settimane passa da poche decine di migliaia di iscritti a 1,2 milioni di tesserati non dovrebbe festeggiare ma chiedersi se per caso è oggetto di una qualche Opa ostile da parte di gruppi di interesse più o meno occulti.

Avevo così deciso di disinteressarmi dei congressi locali, perché da essi non sembrava venire nulla di buono. Se non che, come spesso accade, qualcosa di inaspettato si sta producendo qua e là.

Alcuni gruppi di giovani, che probabilmente hanno dalla loro il fatto di non aver nulla da perdere, hanno deciso di presentare candidature congressuali “fuori dal coro” per sparigliare le carte. Dalla loro questi giovani hanno sicuramente la robusta passione politica, la volontà di ricostruire un centrodestra in grado di parlare al maggioranza degli italiani, la convinzione che le vittorie politiche ed elettorali del centrodestra sono state costruite su programmi di impronta fortemente liberale, antistatalista, capaci di unire gli interessi dei produttori di ricchezza oppressi dalla tirannia fiscale, burocratica e giudiziaria di uno Stato che a tutti i livelli ha favorito clientelismo e parassitismo e ha punito il merito.

Questi gruppi che stanno venendo alla luce alla vigilia dei congressi locali, come ad esempio quello guidato da Alberto Villa in provincia di Milano (sostenuto tra l’altro dai giovani dei Tea Party), difficilmente potranno vincere. Ma il loro risultato sarà fondamentale per avviare una nuova stagione politica del centrodestra italiano che sia all’altezza delle speranze che Silvio Berlusconi ha acceso quasi vent’anni fa e che, purtroppo, non sono state finora realizzate. Ecco perché è a loro che va il mio sostegno e il mio incitamento con una raccomandazione. Il congresso sia solo l’inizio di una nuova stagione che porti da qui al 2013 il centrodestra in condizioni di recuperare la fiducia dei suoi elettori.