Al G7 gli Usa e l’Europa discutono sul tetto al prezzo del petrolio russo
26 Giugno 2022
Al G7 che si apre oggi nel castello bavarese di Schloss Elmau in Germania la decisione sul tavolo è il tetto al prezzo del petrolio russo. Nella serata di ieri fonti tedesche hanno fatto sapere che un accordo tra i leader dei Paesi più industrializzati sul “price cap” è possibile. Siamo “sulla buona strada” e se ne discute in “modo molto costruttivo”.
Il tetto al prezzo delle risorse energetiche di Putin avrebbe molteplici conseguenze. Colpire gli interessi economici di Mosca che per ritorsione alle sanzioni occidentali ha usato l’arma delle esportazioni per incassare maggiori introiti. Sfiancare lo sforzo bellico russo colpendo uno degli interessi primari del Cremlino. Infine trovare risorse utili a finanziare la ricostruzione in Ucraina. Fino ad ora però è mancata una posizione unitaria tra Usa ed Europa. Non è detto che in Germania si passerà dalle parole ai fatti.
Chi deve decidersi è proprio Berlino che fino ad ora ha avuto un atteggiamento ondivago. La Germania è legata mani e piedi alle forniture russe e d’altra parte l’intera Europa è diventato il mercato di sbocco primario della energia russa. Ecco perché la discussione sul price cap va avanti da mesi, con gli Usa di Biden in pressing sugli alleati europei e il presidente del consiglio Mario Draghi in prima fila tra i Paesi Ue nel trovare un accordo sulla proposta. Se la proposta americana passasse comunque non sarebbe facile monitorarne la applicazione. Un modo potrebbe essere sanzionare le navi che consegnano petrolio russo sopra un certo prezzo al barile.
Che però ci sia almeno la volontà del G7 di trovare una quadra lo dimostra il fatto che al vertice sono stati invitati Paesi neutrali rispetto alla guerra in Ucraina. L’India, l’Indonesia e il Sudafrica, la Argentina e il Senegal. L’India insieme alla Cina continua ad essere uno dei grandi compratori di energia russa. La Indonesia ospiterà il prossimo G20 e ha già annunciato di voler invitare Mosca al vertice. Coinvolgere Brics e Paesi neutrali nella battaglia sulla energia è strategico. Intanto si attende l’annuncio del divieto di importazione di nuovo oro dalla Russia. Dopo l’energia, l’esportazione del metallo prezioso è la più importante per Mosca.