Al Pd i “simil-voucher” servono solo per mandare a casa Gentiloni (scaricando la colpa su Mdp)

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Al Pd i “simil-voucher” servono solo per mandare a casa Gentiloni (scaricando la colpa su Mdp)

26 Maggio 2017

“Il Pd cerca l’incidente parlamentare per far cadere il governo”, l’accusa arriva dagli ‘scissionisti’ di Mdp e questa volta il casus belli riguarda la reintroduzione dei cosiddetti “simil-voucher“, ovvero di strumenti contrattuali per le famiglie e per le microimprese (per le imprese che impiegano fino a cinque dipendenti, anche se sul numero ci sono ancora delle trattative in corso – e le altre?), capaci di rimpiazzare il vuoto legislativo lasciato dall’abolizione dei voucher veri e propri, decisa dal governo per evitare il referendum abrogativo promosso dalla Cgil (un’altra probabile sberla per Renzi). A riportare in auge i voucher ci ha pensato, guarda caso, proprio il Pd con un emendamento alla manovrina, in discussione alla Commissione bilancio di Montecitorio, annunciato dal capogruppo Dem alla Camera Ettore Rosato.

Ed è stata proprio questa la mossa che ha fatto andare su tutte le furie gli ex democratici, secondo cui, in questo modo, i voucher appena abrogati “rientrerebbero dalla finestra”. “Andremo avanti anche noi”, dicono da sinistra “e usciremo dalla maggioranza”, come annuncia Francesco Laforgia, capogruppo Mdp alla Camera. In effetti,  in un primo momento sembrava che l’introduzione dei buoni lavoro fosse circoscritta solo alle famiglie, mentre Rosato ha specificato che l’emendamento tratterà “anche delle imprese”. Cosa che Mdp considera, bontà sua, “irricevibile”. In realtà, al di là della efficacia o sensatezza dei voucher stessi, più passano i giorni più si avvicina l’incidente parlamentare destinato a far mancare il terreno sotto i piedi al povero Gentiloni e al suo governo.

Da Palazzo Chigi, comprensibilmente preoccupati per l’evolversi della situazione, hanno provato a smorzare i toni e in una nota sottolineano che “si tratta di strumenti indispensabili per evitare che tali prestazioni si svolgano in nero. Non è certo la reintroduzione dei voucher che il governo aveva abrogato. È diverso lo strumento, è del tutto diversa la platea”. Tradotto: state tranquilli. È tutto sotto controllo, restiamo a galla. Anche Rosato ha provato a placare gli animi dicendosi disposto a ritirare l’emendamento “se il governo vuole” e bollando come “fantasiose” le ipotesi di voler mettere in difficoltà Gentiloni: “Non cerchiamo nessun incidente parlamentare avendo sempre parlato il linguaggio della chiarezza”.

Altrettanto chiaro però è che Renzi preme per andare subito al voto e pertanto è sempre in agguato nel cercare l’incidente giusto per dare il benservito al governo. Insomma, i voucher sarebbero un’occasione ghiotta per scaricare la responsabilità della caduta dell’esecutivo proprio sul nemico numero uno, gli scissionisti Dem, dato che in casa Pd sapevano già in partenza che l’emendamento con i “simil-voucher” avrebbe fatto alzare le barricate da parte di Bersani & Co. facendo così traballare la maggioranza che, soprattutto al Senato, può contare su numeri risicatissimi. Un quadro niente male, dunque, per aprire la crisi. In attesa di capire che fine faranno i “buoni lavoro” o “simil-voucher” è ormai chiaro che la maggioranza è sempre più nel caos.