Alcide De Gasperi sessant’anni dopo: tra europeismo e interesse nazionale

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Alcide De Gasperi sessant’anni dopo: tra europeismo e interesse nazionale

19 Agosto 2014

Sessant’anni fa moriva Alcide De Gasperi. Incompreso e abbandonato, aveva posto all’Italia e all’Europa una sfida congiunta: costruire una forza di difesa continentale; dare ai soldati europei una sola divisa e un solo comando.

De Gasperi aveva compreso due cose fondamentali: che l’integrazione del continente, superata la fase iniziale, avrebbe avuto bisogno di un nucleo di potere politico forte e condiviso, affinché le legittime aspirazioni nazionali non entrassero in contrasto con la sfera sovranazionale; che proseguire lungo questa strada conveniva all’Italia e alla sua proiezione internazionale, per non trovarsi vaso di coccio tra vasi di ferro.

Queste intuizioni dello statista trentino hanno senso se applicate alle inedite sfide del terzo millennio. Chi crede di risolvere in maniera autarchica e con una politica di pura forza il problema del rispetto dei confini, fra tutte la sfida più complessa che il tempo della globalizzazione ha portato con sé, o si illude o è in malafede.

Serve una politica comune europea che provi a mettere riparo ai disastri che le cosiddette primavere arabe hanno provocato e che assuma come proprio confine meridionale quella parte di Mediterraneo italiano.

Questo è insieme europeismo e interesse nazionale, ed è così che sessant’anni dopo ci piace ricordare Alcide De Gasperi.