Alexei Navalny ci informa che Putin l’ha rimesso in isolamento
18 Novembre 2022
Alexei Navalny è di nuovo in isolamento. Qualcuno avverta le leadership occidentali di ritorno dal G20. Comprensibilmente impegnati nella ‘distensione’ con Mosca dopo la vicenda del missile in Polonia, i vertici delle cancellerie occidentali non rilasciano commenti sulla sorte del leader dell’opposizione politica in Russia. Navalny tempo fa disse che lo costringono a stare seduto sotto il ritratto del criminale di guerra Putin. Tanto per dare una idea della rieducazione comunista.
Questo è il destino degli oppositori politici a Mosca. Il 46enne Alexei Navalny prima lo rinchiudono in isolamento, poi lo spostano perché non può starci più di 15 giorni, poi lo rimettono in isolamento. Al momento, il più importante oppositore di Putin sta scontando una condanna a nove anni in un carcere di massima sicurezza a 250 chilometri da Mosca. A differenza di quanto avveniva sotto Stalin, però, Alexei ha Twitter e Telegram.
Così informa la sedicente comunità internazionale sulla sua vita quotidiana. Il regime ha tentato già una volta di farlo fuori avvelenandolo in Germania, ma Navalny l’ha scampata e a quel punto è tornato in Russia sapendo che lo avrebbero arrestato. Il nostro infatti soffre di un grave problema nella Russia odierna. Crede in una cosa chiamata parlamentarismo. È convinto che un parlamento libero sia la migliore forma di governo per la Russia.
Un parlamento libero, però, non la caricatura che c’è adesso. Leader e opinioni pubbliche occidentali dovrebbero far sapere a quelli come Alexei Navalny che sono dalla loro parte e che li sostengono. Dovremmo fargli capire un po’ meglio che resteremo con loro fino a quando finalmente prevarranno. Invece non si registrano prese di posizione degne di nota in Occidente sul nuovo giro di isolamento di Alexei. E’ un peccato perché i dissidenti hanno proprio questa funzione. Demistificare.
Far crollare la propaganda di un regime. Tipo che la Russia è sempre stata una vittima, invasa prima da Napoleone, poi dai nazisti e ora deve difendersi dalla Nato. Peccato che stavolta la invasione l’abbia ordinata il regime e che siano i russi a bombardare l’Ucraina. Oppure che il destino manifesto di Mosca è quello di riunire i popoli slavi. “On the Historical Unity of Russians and Ukrainians,” ha scritto Putin. Bel modo di unire gli slavi, invadendo e ammazzando i fratelli ucraini.
Infine il must del mago di corte Dugin. Quello dell’Occidente come Satana e delle liberaldemocrazie da sovvertire. Il sogno della Terza Roma che s’infrange contro i tweet di Navalny, rinchiuso in prigione a ricordarci che tipo di regime hanno in mente Putin, Dugin e la cricca al potere a Mosca.