Alitalia, è Aeroflot l’unico serio

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Alitalia, è Aeroflot l’unico serio

28 Settembre 2007

Gira e rigira il tormentone Alitalia (sparito dalle prime pagine dei giornali da alcune settimane in parallelo con l’aggravarsi della situazione internazionale e con le vere e proprie montagne russe a cui è sottoposto il Luna Park Palazzo Chigi) è tornato esattamente al punto in cui era lo scorso aprile. C’è un unico acquirente con un piano industriale: l’Aeroflot. Potrà non piacere diventare una sussidiaria di quella che un tempo era la compagnia di Baffone, ma altre offerte serie non se ne vedono. Neanche all’orizzonte più lontano.

Il patron di Alitalia, Maurizio Prato, ha affermato, alla Commissione Lavori Pubblici del Senato, che la compagnia è “in stato comatoso”. Il coma – è vero – potrebbe durare un anno o forse più: la società deve restituire 320 milioni l’anno sia nel 2008 sia nel 2009 e nel 2010 (colpo finale) scade il prestito obbligazionario di 714 milioni di euro varato (all’epoca) nella speranza di rilanciarla. In un anno (e forse più, come diceva una canzone del tempo in cui Maurizio Prato era giovane) possono anche verificarsi miracoli. Tuttavia, in interventi del Cielo non crede neanche Prato che pare stia facendo predisporre lettere di licenziamento. Mentre tra i titolari della carta Mille Miglia corre il “si salvi chi può” all’ultimo volo possibile.

Questa volta non c’è neanche parvenza di gara, neanche un beauty contest. Gli americani se ne sono andati e non accennano a tornare (tanto più che la situazione politica italiana non li rassicura affatto). Air France (con Klm) va alla conquista (amorosa e sensuale non unicamente venale) della Iberia. La proposta degli Emirati è ancora in fase prelibare. Le ambizioni di Air One vengono gelate dalle dichiarazioni della Lufthansa sulla capacità potenziale dell’azienda, che ormai, unitamente a Volare, mira principalmente ad un pacchetto di buoni slots di Malpensa .

In questo quadro, Aeroflot offre non soltanto contante ma anche idee (e forse il backing finanziario Unicredit). Le ha fatte trapelare, in conversazioni neanche molto riservate, Tyler Brûlé direttore della rivista “The Monocle” (periodico dedicato al superlusso). Brulé  vive tra la Svizzera, la Svezia e la Gran Bretagna – quindi, è molto spesso in aereo e sa quanto la comodità ed il lusso in cabina siano importanti specialmente a chi viaggia per lavoro e può permettersi di non badare a spese. Ne ha anche parlato un russo d.o.c., il giovane pianista Denis Matsuev (nato in Ikuts in Siberia, 31 anni, alto 1 metro e 92 centimetri ed idolo delle ragazze oltre che degli specialisti di Rachmaninov – il “Times” di Londra lo ha chiamato “il nuovo Horowitz”.

Brûlé e Matsuev (è anche lui sempre in volo e con una stazza che comporta difficoltà a trovare un aereo dove sentirsi comodo – per ora l’unica prima classe a lui adeguata è quella della Singapore Airlines) fanno capire che la  strada per rilanciare l’Alitalia consiste in farla diventare la sussidiaria di superlusso di una grande compagnia mondiale- in breve la Bentley o la Rolls Royce del trasporto aereo. Solamente prima classe, poltrone comodissime, televisioni al plasma, telefoni satellitari, cucina a bordo da Vissani o da Michele (non inferiore comunque ai veronesi “12 apolostoli” o simili), stampe d’autore alle pareti, uniformi firmate Valentino coniugando il meglio delle varie A (Arredamento, Alimentazione, Automazione, Abbigliamento, Arte ) del sistema Italia per voli che i comuni mortali possono soltanto sognare.

L’Aeroflot è interessata ad avere un ramo di superlusso perché non è più l’aviolinea “proletaria” dove si viaggiava ammassati in poltrone strettissime, agli ordini di hostess molto robuste e con accanto passeggeri con polli in cesti di vimini. Soprattutto non vuole essere considerata tale. Ha affrontato una dura ristrutturazione , riorganizzato le proprie tratte, dato la priorità sul mercato dell’Eurosia e si è dotata di una flotta di 88 jet, di cui 52 Tupelov e Ilyushin, 25 Airbus ed il resto suddiviso tra Boeing e McDonnel-Douglas. Ha appena ordinato 22 Aibus A350-XWB . Con i conti in ordine è pronta ad entrare alla grande nel mercato del lusso (non solo eurasiatico o per i nuovi magnati della Russia e dell’Asia centrale) ma mondiale, tale da soddisfare tutti coloro che, come il giovane Matsuev, cercano  il lusso – una domanda a prova di recessione come mostra, ad esempio, l’andamento delle quotazioni dei vini di extra-lusso francesi. .Aeroflot ha forse avuto probabilmente accesso all’informazione super-riservata: i tassi di rendimento contabile di Alitalia per tratta. Sa quindi su quali tratte puntare per il ramo superchic.

Un’Alitalia Tovarich (compagna), come nel film di Anatole Litvack (interpretato da Charles Boyer e Claudette Colbert) , può non piacere a tutti. Nei suoi voli però si bevrebbe champagne di ottima qualità, mentre se diventasse una succursale dall’aviolinea degli Emerati ci si dovrebbe accontentare di aranciate e tè. Triste prospettiva per i voli intercontinentali.