Alitalia, ma Delrio solo ora scopre che non abbiamo più una compagnia di bandiera?
18 Novembre 2017
di Carlo Mascio
“Patti chiari”. Il ministro Graziano Delrio entra a gamba tesa sul futuro di Alitalia. E ora che Lufthansa ha sciolto le riserve iniziali e mostrato interesse per l’azienda, chiede a gran voce che ogni aspetto sia messo “in chiaro” poiché “far fallire una compagnia come Alitalia, che anche se non è più una compagnia di bandiera garantisce il 51% del traffico aereo, vuol dire far scomparire un pezzo dell’economia italiana”.
Sarà l’imminente campagna elettorale, sarà che le vicende relative ad Alitalia non sono mai filate lisce come l’olio, sta di fatto che ora il buon Graziano sembra accorgersi che non abbiamo più una compagnia di bandiera. “Possiamo fare a meno di una compagnia di bandiera – continua il ministro – ma non possiamo rinunciare a una compagnia che fa gli interessi nazionali”. Giustissimo.
Peccato però che, forse, ci si è accorti troppo tardi. Anche perché è bene ricordare che chi ha promesso mari e monti per il rilancio di Alitalia, accogliendo a braccia aperte il piano aziendale proposto dagli arabi di Etihad nel 2014, è stato il suo ex primo ministro Matteo Renzi. E se ora si arriva a dire che avere una compagnia di bandiera è ormai una chimera è anche frutto di quelle scelte aziendali che, nel giro di poco, si sono rivelate fallimentari, scelte che, tra l’altro, è stato lo stesso Delrio ad elencare nel luglio scorso presentandole come “criticità strutturali”: “costi di approvvigionamento del carburante molto onerosi, contratti di leasing sugli aerei molto onerosi, una flotta non moderna”.
E così, dopo il commissariamento, è stato necessario un prestito ponte di altri soldi pubblici (quasi 900 milioni di euro) per salvare il salvabile e garantire una “continuità aziendale” che, di questo passo, assomiglia sempre più ad una “continuità statale”. Per questo, oggi chiedere “patti chiari” per il futuro di Alitalia è giusto. Sacrosanto. Ma la domanda resta: perché non si è fatta chiarezza prima che si arrivasse a questo punto garantendo la dovuta vigilanza per il rispetto dei piani aziendali solennemente benedetti dal governo Renzi?