Alla prossima biennale si Venezia si scommette sui giovani artisti
20 Marzo 2011
di Carlo Zasio
ILLUMInazioni – ILLUMInations è il titolo che la curatrice della 54. Esposizione Internazionale d’Arte, Bice Curiger, ha scelto per la prossima Biennale di Venezia. 82 artisti nella mostra centrale, 88 Padiglioni Nazionali, più di 40 eventi collaterali animeranno per sei mesi, dal prossimo 3 giugno, gli spazi dei Giardini, dell’Arsenale e delle tante sedi sparse nel centro storico lagunare.
La lista composta dalla curatrice della Kunsthaus di Zurigo suscita grande curiosità e interesse. Con l’eccezione di un tributo allo scomparso Sigmar Polke – il campione del “realismo capitalista” nato in Germania Est e rifugiato all’Ovest con la famiglia dopo la rivolta di Berlino del 1953 – e al viennese Franz West – noto al grande pubblico per le vivaci e discusse installazioni multicolori situate l’anno scorso a Piazza di Pietra a Roma in occasione della sua personale alla Galleria Gagosian – e alcune ovvie passioni curatoriali come il duo zurighese Peter Fischli & David Weiss, lanciato proprio dalla Curiger sulle pagine della rivista di culto Parkett, sono molti i nomi di artisti emergenti o non ancora affermati.
Ben 32 sono giovani nati dopo il 1975, solo 21 sono già stati presenti in una Biennale, alcuni, come lo scomparso Jack Goldstein, hanno esercitato una forte e spesso non riconosciuta influenza sul contesto artistico contemporaneo. Sulle orme del maestro Harald Szeeman, il compianto curatore delle epocali Biennali del 1999 e 2001 che videro la prima espansione negli spazi dell’Arsenale e il superamento del Padiglione Italia ai Giardini, Bice Curiger ha esplorato come autentica rabdomante il panorama attuale dell’arte contemporanea e ha voluto correlarlo fortemente con le radici moderne del suo sviluppo.
Tre opere del Tintoretto, ancora non svelate, apriranno infatti la mostra, a significare la ricerca sul tema della luce compiuto da un artista che, nato e cresciuto a Venezia, chiuse sul finire del Cinquecento l’esperienza del Rinascimento italiano. Si tratta di un’autentica sfida a una Biennale tutta incentrata sull’immediato che Bice Curiger si dice sicura di vincere.
A questa ricerca curatoriale, che ben si attaglia al ruolo di un’istituzione pubblica come la Biennale, corrisponde l’impegno dei suoi vertici nell’attrarre un pubblico di qualità. Il Presidente Baratta, che ha voluto caratterizzare il suo secondo mandato investendo sulle infrastrutture permanenti della Biennale, ha scelto di promuovere con formule innovative il marchio dell’esposizione internazionale d’arte presso oltre 2300 accademie e istituzioni culturali di tutto il mondo offrendo a molti studenti la possibilità di un percorso agevolato di visita e alloggio a Venezia. L’intento è quello di permettere a quanti più giovani possibili di accedere a quel bazar di valori e cultura che rappresenta la Biennale nel contesto di un mondo sempre più globalizzato, fornendo loro gli strumenti per cogliere appieno quell’insieme di stimoli e innovazioni che esso produce.
La sfida quest’anno è resa però più difficile, come ha ricordato il Sottosegretario per i Beni Culturali Francesco Giro, dalle notevoli contrazioni delle risorse statali destinate alla cultura. Un taglio del 40 per cento che, se applicato pedissequamente, farebbe scendere il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali destinato alla Biennale da 13,3 a poco più di 6,5 milioni di euro. Se ciò non costituisce un rischio per l’esposizione internazionale d’arte, che copre circa il 75% dei 13 milioni di euro di budget con ricavi propri da biglietteria, affitti e cessioni di diritti, può compromettere tuttavia il buon esito delle altre manifestazioni della Biennale, a partire da quelle di danza, musica e teatro sino ad arrivare alla Mostra del Cinema. Dopo la tempesta ideologica che, sull’onda dell’egualitarismo sessantottino, squassò per tutti gli anni Settanta la prestigiosa istituzione veneziana, ora la Biennale stenta sui marosi di una difficile congiuntura economica e geopolitica. Una traversata senza dubbio più difficile, che solo un nocchiero di provata esperienza come Baratta può cercare di intraprendere.