Anche nel mondo delle spie il 2012 è l’anno della Cina
05 Gennaio 2012
Tra gli analisti di servizi segreti e dintorni a livello internazionale imperversa una domanda: chi riuscirà a fermare la corsa delle agenzie spionistiche cinesi verso un’ indiscussa leadership nei prossimi anni? La risposta che molti danno è perentoria: nessuno. A meno che le dinamiche economiche occidentali non riservino improbabili sorprese positive. Pechino primeggia ormai tanto nel terreno della cyberwar che su quello humint. Si dirà che nel caso della dipartita del despota nordcoreano Kim Jong-il gli uomini della Repubblica Popolare giocavano in casa, ma resta il fatto che soltanto essi erano a conoscenza della notizia in tempo reale, mentre il resto del mondo veniva colto di sorpresa. Gli stessi ripetuti attacchi hacker contro enti statali e società private americani ed europei sembra sovente avere il marchio di fabbrica made in China.
Qualcuno prova a reagire alle dinamiche in corso? Da tempo, in talune stanze accorte quanto ascose, sta prendendo piede il progetto di un coordinamento tra forze d’ intelligence occidentali per fronteggiare col massimo sforzo unitario l’avanzata degli eredi di Mao. Bisognerà vedere se la necessità di un piano strategico comune prevarrà sulle consuete spinte di quello spirito del particularemagistralmente descritto dal Machiavelli. Intanto, le formiche cinese incrementano la presenza militare in Pakistan.
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Ha destato una certa sorpresa la recente uscita del numero uno del Mossad Tamir Pardo per il quale " un’ arma nucleare nelle mani dell’ Iran non costituisce necessariamente una minaccia esistenziale per lo Stato ebraico". Una posizione infine simile a quella più volte esternata dal suo predecessore Meir Dagan. Alcuni osservatori di Gerusalemme ritengono che l’ affermazione del capo degli 007 rifletta anche l’ opinione della struttura, molto dubbiosa sull’ opportunità di un attacco a Teheran foriero di possibili conseguenze a catena.
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La Russia vive mesi inquieti, e il Gru, l’intelligence militare, registra un cambio della guardia al vertice. Il generale Igor Sergun ha preso il posto del collega Aleksandr Shlyakhturov, che ha raggiunto l’ età pensionabile. Una volta tanto, quindi, si può parlare di avvicendamento naturale.