Anche per Confartigianato la riforma fiscale è necessaria

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Anche per Confartigianato la riforma fiscale è necessaria

14 Giugno 2011

“In Italia il carico tributario è superiore di 3,5 punti di Pil rispetto alla media europea, pari a 54 miliardi di euro di maggiori imposte per i contribuenti italiani”. La segnalazione allarmante giunge dal presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, nella sua relazione all’assemblea annuale. Secondo Guerrini, la soluzione non è in una “riforma fiscale a tutti i costi”, che potrebbe costituire “un salto nel buio spinto da fretta e tatticismi politici”, ma in un “riequilibrio della tassazione a favore delle imprese e del lavoro” e in un “allineamento della tassazione delle rendite a quella europea”.

Confartigianato entra così nel merito del dibattito politico sull’opportunità di una riforma fiscale, il tema caldo su cui il centrodestra sembra intenzionato a giocarsi gran parte delle possibilità di riconferma alle prossime elezioni politiche. Secondo l’organizzazione di categoria dell’artigianato e delle micro e piccole imprese, "la crisi sarà anche passata, ma la crescita stenta a riprendere, il sistema economico italiano soffre ancora", dal momento che il quadro economico italiano è caratterizzato da tre elementi di forte criticità: "i prezzi delle materie prime, la finanza d’impresa e, appunto, la fiscalità". “A fronte di tutto questo – segnala Confartigianato − ha assunto evidenza la mancanza di una risposta efficace della politica, che noi vediamo invece come strumento principale per collegare le scelte di governo con le istanze, le voci, le vite della gente e delle imprese". Nella sua relazione, Guerrini ci tiene a sottolineare il lavoro svolto dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti nel “tenere in ordine i conti pubblici ed evitare all’Italia le drammatiche derive che hanno coinvolto alcuni Paesi europei. “La stabilità è come la salute: ci si accorge del suo valore quando manca”, afferma il presidente di Confartigianato, che indica però la “necessità di interventi più incisivi per rilanciare la competitività italiana”.

Tra questi interventi, quelli volti a modificare il sistema fiscale devono avere l’obiettivo, secondo Guerrini, di “consolidare il rapporto di reciproca fiducia e rispetto tra contribuenti e amministrazione finanziaria. I cittadini e gli imprenditori devono essere messi nella condizione di adempiere a norme chiare, semplici e precise”. Per Confartigianato assume particolare importanza la questione degli ostacoli burocratici in cui incorrono quotidianamente agli imprenditori italiani: gli adempimenti di burocrazia fiscale portano via alle imprese “285 ore all’anno, equivalenti a circa 36 giorni lavorativi – si legge nella relazione – il 43% in più rispetto alla media Ocse”. Se si considerano, invece, gli adempimenti burocratici nel loro complesso, i giorni diventano sessanta.

Oltre alla necessità improrogabile dell’abbassamento della pressione fiscale, Confartigianato mette in risalto anche l’urgenza di “avvicinare i giovani al mondo del lavoro”, in questo condividendo “la strada tracciata dal Ministro Sacconi con lo schema di decreto legislativo che rilancia l’apprendistato quale contratto tipico di ingresso nel mercato del lavoro per i giovani”. Un altro passo da compiere, secondo Guerrini, sarebbe poi quello di “utilizzare l’incredibile forza sociale della piccola impresa, accreditando un sistema di sussidiarietà in grado di rispondere ai bisogni delle comunità”, all’interno di un’economia di mercato in cui “lo Stato si fa leggero e con mano lieve accompagna gli imprenditori senza soffocarli”.