Arrivano i fondi dell’Ue e per Pompei (forse) si apre una stagione nuova

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Arrivano i fondi dell’Ue e per Pompei (forse) si apre una stagione nuova

09 Aprile 2012

Prefettura di Napoli, giovedì 5 aprile. Sembra aprirsi una nuova stagione per Pompei, con il premier Monti e quattro ministri – Barca, Cancellieri, Ornaghi e Profumo – giunti insieme per annunciare i primi cinque bandi, in tutto sei milioni di euro, per il recupero della casa di Sirico, del Marinaio, dei Dioscuri, delle Pareti Rosse e del Criptoportico.

Le risorse sono quelle provenienti dai fondi europei stanziati dal commissario Johannes Hahn grazie all’impegno degli allora ministri Galan e Fitto, 105 milioni di euro che entro il 31 dicembre dovrebbero trovare pieno impiego ed essere interamente messi a bando. 8,2 milioni andranno a interventi di rilievo e diagnostica; 85 milioni al restauro di edifici e monumenti (di cui 47 milioni per i 39 progetti già predisposti dalla Soprintendenza e 38 per opere da progettare); 7 milioni per adeguamento dei servizi ai visitatori; 2 per i sistemi di sicurezza e videosorveglianza; 2,8 per il rafforzamento della struttura organizzativa e tecnologica della Soprintendenza. Quest’ultima torna ad acquisire un ruolo centrale nella fase tecnica e progettuale, affiancata però – e qui si spiega il coinvolgimento del ministero dell’interno – da una task force della prefettura con una squadra speciale della Guardia di Finanza che dovrà contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata, i cui appetiti si sono scatenati non appena giunse un anno fa l’annuncio dei fondi europei. Tutti gli appalti al di sopra dei 3.000 euro saranno monitorati e serviranno certificazioni antimafia anche per i subappalti minori. La prefettura avrà totale accesso ai cantieri per evitare che uomini o mezzi accedano senza permesso, mentre vigerà la totale tracciabilità dei pagamenti. Per i lavori si utilizzeranno esclusivamente bandi europei, pubblicati sul sito  www.pompeiisites.org.

Il coinvolgimento delle università sarà totale e ad ampio raggio – e qui si spiega il coinvolgimento del ministro Profumo – includendo le eccellenze di ogni ateneo interessato tramite le proprie facoltà di architettura, ingegneria e i dipartimenti di archeologia, ponendo fine a quella guerra per bande che aveva visto finora contrapposte le principali realtà universitarie romane e partenopee. Il tutto, in stretta relazione con l’Europa – compito del Ministro Barca – cui andranno rendicontati tutti i progressi di ogni singolo stato di avanzamento lavori. L’occasione è irripetibile, il governo lo ha compreso benissimo.

Le immagini di crolli e rovine degli anni scorsi – sulle quali a breve è atteso un rinvio a giudizio della magistratura che potrebbe riservare sorprese – hanno contribuito non poco a ledere l’immagine del nostro Paese all’estero. Pompei non è lo spread, ma molto di più: è lo specchio della nostra capacità di onorare l’eredità del nostro passato.