Aspiranti 007 alle vongole, complottisti da spiaggia e (forse) una buona notizia

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Aspiranti 007 alle vongole, complottisti da spiaggia e (forse) una buona notizia

28 Luglio 2011

Avviso ai naviganti che intendessero diventare consulenti di qualche servizio segreto straniero: non imitate il signor Elliot Doxer. Chi è questo Carneade? Un modesto quanto fin troppo ambizioso impiegato del dipartimento finanziario di Akamai Technologies, Inc., società di contenuti Internet con sede a Cambridge, in  Massachusetts, che ha recentemente confessato di aver fornito informazioni a un fantomatico agente del Mossad, che in realtà altri non era che un uomo dell’Fbi in incognito.
Nel giugno del 2006 lo sventurato Doxer ebbe la brillante idea di contattare il consolato dello Stato ebraico a Boston via posta elettronica allo scopo di offrire notizie riservate sull’azienda in cui lavorava, nientemeno che per aiutare Israele nella lotta contro "il nemico". Siccome talvolta gli ideali hanno un prezzo, l’intraprendente travet ha anche pensato bene di chiedere qualche migliaio di dollari per il disturbo. I rappresentanti di Gerusalemme, per nulla lusingati dalla profferta, hanno subito avvisato il Federal Bureau che ha attivato la trappola finale. Adesso, per le sue "cantate" maldestre da aspirante 007 alle vongole, Doxer rischia fino a 15 anni di carcere e l’aggiunta di una multa di 500.000 dollari.

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"La più importante partita dell’intelligence del terzo millennio si giocherà sul difficile terreno della sicurezza cibernetica”. Così affermava, con indubbia preveggenza, il prefetto Gianni De Gennaro, capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, nel gennaio di quest’ anno. Dopo gli ultimi attacchi ad enti governativi, compagnie spionistiche, ministeri della difesa, forze di polizia, sembra che la sfida stia portando frutti amari in quasi tutto il mondo. A meno di non credere a quanti sostengono che buona parte dei "pirati informatici" in servizio permanente effettivo siano sovente costole nascoste di organismi ufficiali. I complottisti, si sa, col sole estivo – come stiano vedendo dopo la drammatica strage norvegese – si tolgono anche il costume. A proposito, non tutti ricorderanno che pochi mesi fa proprio il Paese nordico è stato vittima di un pesante assalto cyber. Una mail civetta, lo scorso giugno, inoculò un virus nel computer di un addetto all’Intelligence militare: i pompieri spensero l’ incendio prima che l’intera struttura informatica finisse al tappeto. Linfa per i dietrologi?

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Non capita spesso che tutte le agenzie americane concordino su un dato, ma sulla situazione di al-Qaeda sembrano parlare con una voce sola: il combinato disposto dell’ eliminazione di Osama Bin Laden e dei micidiali attacchi per mezzo di droni stanno conducendo il network terroristico a un punto vicino al collasso. Tra tante preoccupazioni, a meno di repentine smentite, ecco una possibile buona notizia.