Assad sa a che santo votarsi: la Russia
22 Agosto 2011
La Russia torna a criticare l’Occidente e a opporsi all’eventuale destituzione del dittatore siriano Bashar al Assad. E’ bene ricordare che il Cremlino ha una presenza militare storica nel porto siriano di Tartus e conta di ingrandire ulteriormente la presenza della sua marina militare entro il 2012 e di conseguenza un eventuale rovescio della situazione in Siria sarebbe un punto dolente per i futuri piani di Mosca. Secondo un comunicato del Ministero degli Affari Esteri russo, Al Assad è ancora credibile quando parla di riforme, e i russi ritengono "importante" il suo ultimo annuncio sulla fine delle operazioni militari, che in realtà si è rivelato una sonora menzogna.
Gli avvenimenti recenti in Siria sono lì a dimostrare che il sistema delle relazioni internazionali è sottoposto a divisioni sempre più incontrollabili. Da una parte il mondo democratico-liberale, quello Occidentale, ma anche i Paesi che guardano con ansia al cambiamento nel mondo arabo e percepiscono che la democrazia potrebbe essere una soluzione possibile per il proprio sviluppo futuro. Possiamo citare molti paesi Latino Americani, Asiatici e alcuni stati Mediorientali.
Dall’altra parte abbiamo il blocco delle autocrazie e delle dittature, con tutti i loro mali e le loro atrocità. Regimi che si oppongono al cambiamento e negano al proprio popolo i diritti più basilari. Non è la prima volta che la Russia scegli di schierarsi con questi ultimi, forse per difendere un modello, illiberale, di cui anch’essa è in qualche modo espressione. Molto spesso, la posizione del Cremlino sembra addirittura più dura di quella della Cina comunista, che pure si oppone alle azioni internazionali che mirano alla delegittimazione dei vari dittatori sparsi in giro per il mondo. Una realtà del genere rappresenta un pericolo per l’Occidente e deve spingere a una riflessione seria per poter meglio analizzare l’attuale situazione internazionale e ad agire di conseguenza.
La Russia avrebbe potuto almeno fingersi ragionevole condannando Assad, tanto più che Mosca sa che all’orizzonte non ci sono azioni militari internazionali contro la Siria, almeno non nel breve periodo. La NATO, o chi per lei, si troverebbe infatti faccia a faccia con la flotta russa ancorata nei porti marittimi siriani e il Cremlino è intenzionato a difendere a tutti i costi questo vantaggio logistico. La cautela delle potenze occidentali verso un teatro che potrebbe di colpo trovarsi ad essere conteso con Mosca rischia di condannare le cancellerie occidentali all’impotenza, nonostante la feroce repressione operata dagli Assad ai danni del proprio pololo. L’unica cosa che l’America e l’Europa sembrando in grado di fare è continuare nella battaglia diplomatica contro il regime di Assad, cercando di danneggiarlo ed indebolirlo il più possibile mediante le sanzioni politiche ed economiche. Ma Russia e Cina ostacolano ad ogni occasione le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che se passassero metterebbero a repentaglio i rispettivi interessi nazionali delle due grandi potenze. E sulla Siria, a dirla tutta, non si prevede nessun accordo.