Aumento Iva un disastro, tra Padoan e Renzi il solito balletto

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Aumento Iva un disastro, tra Padoan e Renzi il solito balletto

19 Aprile 2017

“L’aumento dell’Iva in cambio della riduzione del cuneo fiscale non sarebbe un’operazione a somma zero”, a smontare le “buone ragioni” presentate dal ministro Padoan sulle colonne del Messaggero ci pensa l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre secondo cui il rincaro dell’Iva andrebbe a colpire le tasche di tutti, aggiungiamo noi in particolar modo di disoccupati, inattivi e pensionati, le fasce più deboli della popolazione italiana. Per il segretario della Cisl, Furlan, l’aumento dell’Iva sarebbe “disastroso” mentre per Federalimentare sarebbe “irresponsabile chiunque propone l’aumento delle aliquote Iva ed ancora di più chi le sostiene in uno scellerato scambio che consentirebbe la riduzione cuneo”. Ma vista la levata di scudi perché Padoan ha detto quello che ha detto al Messaggero?

Forse il ministro dell’economia voleva far capire a Renzi un’altra cosa, e cioè che, in assenza di risorse alternative, l’Iva aumenterà in automatico nel 2018. Vista la situazione attuale dei conti pubblici, “è molto probabile – come afferma Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi Cgia – che il Governo con la prossima legge di bilancio non sarà in grado di recuperare tutti i 19,5 miliardi necessari per evitare che, dal 2018, l’aliquota Iva del 10 passi al 13 e quella del 22 al 25 per cento” come previsto dalle clausole di salvaguardia Ue. Anche perché nel Def, contrariamente a quanto viene sbandierato, non ci sono misure finalizzate a reperire risorse alternative attraverso un taglio deciso alla spesa pubblica che, stando all’analisi condotta da Unimpresa, nei prossimi tre anni dovrebbe aumentare addirittura di altri 45 miliardi.

Conclusione: con ogni probabilità, le aliquote Iva scatteranno in automatico nel 2018 e dunque tutto porta a pensare che quella del Ministro dell’Economia non sia altro che una strategia per addolcire la futura pillola soprattutto a Renzi che proprio ieri, rispondendo a Padoan sul Corriere della Sera, ha detto a chiare lettere che “nel Def c’è scritto che l’aumento non ci sarà, dunque non aumenteremo l’Iva”. Insomma, siamo alle solite: Padoan annuncia nuove tasse senza toccare la spesa pubblica. Prima dice che “l’aumento dell’Iva non c’è nel Def” ma poi lascia intendere che, in assenza di risorse alternative, un aumento è necessario per raggiungere gli obiettivi di bilancio richiesti dall’Ue. Renzi, per evitare ulteriori effetti negativi in un clima sempre più pre-elettorale, fa lo gnorri con ministro e governo, continuando a dire che non ci saranno inasprimenti fiscali, senza però avanzare misure alternative. Un tira e molla che produce solo un immobilismo in grado di peggiorare sempre di più la già critica situazione economico-finanziaria del Paese. Anche perché nessuna delle due posizioni getta le basi per una solida “crescita”, giusto per usare un termine caro ai renziani. E così a farne le spese saranno ancora le tasche degli italiani.