Avanti tutta con lo sviluppo: Tremonti inaugura la fase 2. Si parte col fisco

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Avanti tutta con lo sviluppo: Tremonti inaugura la fase 2. Si parte col fisco

14 Ottobre 2010

Comincia la fase 2 e la parola d’ordine è “sviluppo”. Giulio Tremonti si concede alla tempesta di domande che piovono su di lui in seguito alla bufera-Università e segna i passaggi della strategia economica del Governo: dopo la stabilità si punterà su nucleare, pubblica amministrazione, Sud, rapporti sociali e riforma fiscale.

Una road map a cinque tappe coerente con il piano di stabilità, condizione necessaria affinché l’Ecofin "bolli" come efficiente il piano di sviluppo. Proprio dall’ultimo dei temi citati dal numero uno di via XX Settembre ripartirà la macchina dell’esecutivo: il fisco, che già mercoledì sarà al centro dell’attenzione, quando “si comincerà a studiare lo schema di delega della riforma, convocheremo le parti sociali e lavoreremo con le forze politiche”. Obiettivo: modificare un sistema fiscale disegnato a fine anni ’70, quindi ormai obsoleto, e incassare il plauso dell’Europa come primo paese ad aver impostato una riforma fiscale.

Stamattina il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera alla legge di Stabilità che sostituisce la vecchia Finanziaria. Un voto unanime, un segnale di distensione dopo la tensione registrata ieri, con i ministri preoccupati per gli ulteriori tagli ai propri budget non concordati (al punto che alcuni, secondo indiscrezioni, avrebbero addirittura ipotizzato le dimissioni) e Tremonti impegnato a tenere chiusi i cordoni della borsa.

Il provvedimento si compone di un solo articolo, ma sono le tabelle (che pesano sui bilanci dei singoli dicasteri) ad aver creato una vigilia del Cdm molto tesa. Tensione che ha perfino portato a convocare una riunione prima del Cdm per rasserenare gli animi, una sorta di pre-Cdm. Già con il decreto approvato prima dell’estate tutti i dicasteri hanno subito un taglio lineare del 10%, al quale si è aggiunto il taglio di 83 milioni di euro operato dal decreto Trasporti per sanare i mancati introiti del pedaggio su tutti i raccordi autostradali sospeso dal Tar Lazio. Ma quella di stamani tra i membri dell’Esecutivo, precisa immediatamente il ministro, è stata "una discussione assolutamente responsabile", dove c’è stata "unanime condivisione delle opportunità e delle difficoltà che derivano dalla finanza pubblica di un grande Paese, in un momento di difficoltà economica internazionale".

Malumori e tensioni rispediti quindi al mittente da Giulio Tremonti, che nel corso della conferenza stampa  seguita all’approvazione della legge di stabilità ha precisato come il Governo non abbasserà il livello di guardia né sull’Università né sulle politiche sociali, anzi, “c’è l’impegno a mettere quante più risorse possibili” su entrambi i fronti. Si farà però in seguito, di certo non s’è potuto fare con una legge di stabilità che “ha l’obiettivo di riflettere la contabilità in atto”, di scattare una fotografia dei conti pubblici, e come tale “non prevede modifiche rispetto a quando deciso a luglio”. Ma se ci saranno necessità, ha specificato Tremonti  “come tutti gli anni saranno gestite con un provvedimento di fine anno con cui si aggiusteranno alcune voci” quindi "confermo che faremo tutto il possibile perché sappiamo quanto è significativo quell’investimento ma lo si può fare con lo strumento tecnico possibile: non con una legge ordinamentale".

Il grande assente è proprio il ministro dell’Istruzione Gelmini, mentre Sacconi (Welfare) prende la parola per precisare che le risorse da destinare il prossimo anno per gli ammortizzatori sociali saranno stabilite solo dopo la ricognizione di quanto effettivamente utilizzato: “La premessa per stabilire se e quante risorse servono per il prossimo anno  è la ricognizione che è in corso dell’effettivo impiego delle risorse che abbiamo allocato, perché per fortuna si sta verificando che l’effettivo impiego delle ammortizzatori sociali è circa del 50% rispetto a alle relative somme impegnate. Quindi – ha concluso – stiamo facendo i conti per verificare quale può essere l’effettivo fabbisogno”.

Ronchi è il primo a lasciare la Conferenza stampa, dopo di lui Fitto, Calderoli, Romani. Con Tremonti restano Sacconi e Brunetta. Una pacca sulle spalle a entrambi e via, c’è da dare risposte concrete ai mercati più che dubbiosi (e diffidenti) dopo la difficile fase politica e le fibrillazioni all’interno della maggioranza. E del resto l’approvazione veloce e unanime della legge di stabilità e la pace siglata tra ministri è servita anche per questo. Ma a riflettori quasi spenti arriva il commento lapidario del ministro dell’Agricoltura, Giancarlo Galan: "La finanziaria? È una tragedia. Il problema è che non ci sono soldi".