“Bad Bank”, una banca spazzatura?

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“Bad Bank”, una banca spazzatura?

06 Febbraio 2009

“Cash for trash”. “Una banca nata apposta per essere cattiva”. La prima, “contanti per monnezza”, è la definizione che il Premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz ha dato dell’idea che aleggia nella amministrazione Obama, di creare una banca apposta per liberare le società finanziarie degli asset tossici, a spese delle casse federali. Bad Bank, appunto, che è poi un concetto analogo a quello di Bad Company dell’Operazione Alitalia.

La seconda è la “spiegazione” con cui nel 1993 l’International Herald Tribune presentò la Securum: bad bank svedese istituita appunto per salvare i cocci della crisi del 1992-96, che è poi il grande modello cui Obama guarda. E non solo Obama, visto anche in Germania e nel Regno Unito l’idea circola, e che la stessa Banca Centrale Europea starebbe preparando delle “linee guida” per affrontare il problema. Una curiosità è che la Securum poté essere istituita proprio perché a quell’epoca la Svezia non era ancora parte dell’Unione Europea, che avrebbe bocciato l’idea sul nascere. Una seconda curiosità è che la stessa Securum, modello cassato da Stiglitz e anche da altri Nobel, permise di salvare proprio la Nobel: lo stesso conglomerato industriale fondato da quell’inventore della dinamite che ebbe l’idea dei Premi, tuttora dotati proprio grazie ai suoi guadagni.

La Nobel Industries era infatti la più importante delle 1274 società, di cui 790 quotate in Borsa, i cui 3.000 crediti furono assunti dalla nuova banca, creata apposta per alleviare le passività della semi-statale Nordbanken. Da notare che non fu un governo socialdemocratico a compiere l’operazione ma quello di centro-destra del conservatore Carl Bildt, per iniziativa concreta del conservatore ministro dell’Industria Per Weserberg e della liberale ministro delle Finanze Anne Wibble. Come ora a un livello globale, anche lì la crisi era stata innescata da problemi del mercato immobiliare, che fu quindi obiettivo preciso di Securum quello di stabilizzare. La dote fu costituita da 24 miliardi di corone fornite dallo Stato, pari all’intero bilancio della difesa dell’epoca; più 27 miliardi in crediti: al cambio attuale, farebbe un po’ più di 500 miliardi di euro.

Il tempo concesso fu tra i 10 e i 15 anni, ma la gran parte dei debiti era stata già liquidata entro il 1994: compresi quelli della Nobel, fisa all’olandese Akzo. E la Securum stessa chiuse nel 1997. D’altra parte, la sua stessa esistenza permise di privatizzare la Nordbanken in anticipo. In quel caso, le dimensioni ridotte dell’economia svedese permisero di utilizzare l’iniziativa per dare al sistema un’iniezione di fiducia tale da permettere di ripartire. D’altra parte, l’impressione generale era che la Svezia fosse al capolinea perché gli sconvolgimenti internazionali seguiti alla caduta del Muro di Berlino avesse reso obsoleto il modello di Stato assistenziale più neutralità portato avanti dalla socialdemocrazia. La bad bank fu dunque inquadrata in quel più generale ripensamento che portò da un lato alla riduzione del peso dello Stato; dall’altro all’ingresso nell’Unione Europea.   

L’ira di Stiglitz e anche di Soros, manifestate in un dibattito a Davos, riguardano invece un differente contesto, in cui dalla crisi in molti sembrano trarre un’indicazione per una revisione della grande ondata di privatizzazioni e deregulation degli anni ’80 e ’90. Infatti, in particolare Stiglitz insiste sull’opportunità di meglio utilizzare quei soldi per una politica “sociale” di tipo keynesiano.

Link. Soros: We Can Do Better Than a ‘Bad Bank’