Baldassarri: “Aliquota al 20%? Un contentino ai comunisti”

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Baldassarri: “Aliquota al 20%? Un contentino ai comunisti”

22 Agosto 2007

Sul fronte delle rendite finanziarie, il Governo ci riprova. Si rifà infatti avanti l’ipotesi di innalzamento della tassazione dal 12,5 al 20%, dopo l’altalena di promesse e smentite che hanno colpito i risparmiatori dall’inizio di questo governo.

Dopo aver fatto da corollario all’intera campagna elettorale del centrosinistra, il salto di aliquota era sparito dal disegno di legge delega che portava il nome del provvedimento: stralciato per le difficoltà che Esecutivo e maggioranza avevano incontrato nella sua definizione tecnica. Salvo poi ricomparire, nei giorni scorsi,  rilanciato dallo stesso ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa, che in una intervista aveva preceduto la dichiarazione ufficiale del sottosegretario Alfiero Grandi: l’aliquota salirà al 20%. Che tradotto significa più tasse su Bot e azioni.

In soldoni, chi incassa del denaro investito in Bot , obbligazioni, fondi d’investimento  e azioni, lascia al fisco il 12,5%. Mentre sui conti correnti, depositi e certificati di deposito l’aliquota è pari al 27%. L’idea del governo è di portare la tassa per tutti al 20%. Il motivo politico, quello reale, che secondo l’ex vice ministro dell’economia  Mario Baldassarri (An) sta dietro questa manovra di fine estate, è “di dare un contentino alla sinistra radicale facendo finta di tassare i capitalisti con l’obiettivo di convincerli ad accettare il Protocollo sul Welfare”. E in realtà, l’annuncio di Grandi ha fatto da calmiere nella maggioranza di Governo, dopo che il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, aveva reclamato a gran voce una mano più pesante del fisco sui guadagni da operazioni finanziarie perché “l’attuale tassazione in Italia è una vera schifezza”.

Un provvedimento inutile, hanno immediatamente tuonato dalle fila del centrodestra. O meglio, per dirla con le parole di Baldassarri un provvedimento privo di significato ed efficacia. “L’innalzamento della tassazione non aiuta ad avare una maggiore equità fiscale e neppure serve per aumentare il gettito e quindi fare cassa”, dice l’ex viceministro, secondo cui “ai fini di ottenere una maggiore giustizia fiscale sarebbe meglio ridurre le tasse sul lavoro anziché aumentare quelle sui capitali”. Come dire: avvicinare le tasse che gravano sulle famiglie e sulle imprese a quelle sulle rendite piuttosto che tenere alte le prime e aumentare le seconde. Neppure ci sono i presupposti, secondo Baldassarri,  per fare alcuna stima di maggior gettito. Il motivo? “Aumentare le tasse sui titoli di Stato, Bot e CCt, è una partita di giro perché se si aumentano le tasse aumentano anche i tassi di interesse quindi il risultato è pari a zero. E sulle altre rendite finanziarie basta partire dal presupposto che in Italia e in Europa vige un  regime di perfetta mobilità dei capitali per comprendere l’inutilità della manovra del Governo Prodi. I capitali – conclude – possono infatti spostarsi per esempio dall’Italia (dove supponiamo che si tassa al 20%) all’Irlanda che tassa all’8. Come si fa allora a fare una stima di maggior gettito? Potrebbe addirittura essere minore perché i capitali se ne vanno”.

Un effetto già registrato da molti analisti circa un anno fa. La paura che la tassazione sulle rendite potesse aumentare aveva già causato la fuga dei capitali all’estero. Il tutto dopo che, attraverso lo“Scudo fiscale”, il centrodestra aveva messo in moto (con successo) la macchina per farli rientrare in Italia. Lo strumento consentì infatti, a suo tempo, di “rimpatriare” o “regolarizzare” la posizione fiscale di determinati beni illegittimamente detenuti all’estero a una certa data, da particolari categorie di persone residenti in Italia.

A ogni modo, il nuovo  tentativo di innalzare l’aliquota al 20% avverrà nella prossima Finanziaria, a cui i tecnici del Ministero dell’Economia stanno già lavorando.