Balzac mio fratello, ovvero il privilegio dell’amore fraterno

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Balzac mio fratello, ovvero il privilegio dell’amore fraterno

04 Gennaio 2009

Balzac mio fratello, ovvero il privilegio dell’amore fraterno. Dalla penna dell’amata sorella Laure, questo sentimento è addirittura additato come il primo che il futuro scrittore ricorderà dell’infanzia. Ecco dunque Balzac bambino affidato alle cure di una balia, quasi dimenticato in collegio; Balzac adolescente riamato dalla famiglia, euforico al punto da attestare con la penna ogni emozione con un’intelligenza talmente lucida da rivelarsi visionaria; e ancora Balzac maturo incompreso e poco stimato, che pecca di superficialità per eccesso di zelo e mancanza di senso pratico.

Un uomo, pare, che ai doveri ha anteposto primi fra tutti quelli del cuore, e di fronte al fallimento e al rammarico di non essere ancora riuscito, è capace di ostinarsi animosamente. Ma per Laure, Honoré è innanzitutto fratello, complice e difensore, riferimento affettivo e fonte di inesauribile gioia e dolore.
Il ritratto non lo minimizza e in ultima analisi gli rende fede. Un autore – sostiene sempre Laure – che rese omaggio alla dialettica del contrasto, considerato, annota la sorella, “che il romanzo di costume non può limitarsi a dipingere la virtù per ammaestrare gli uomini. Se coloro che ritengono il contrario si mettessero all’opera, riuscirebbero a dimostrare che mio fratello aveva torto”. 

E’ stato difatti impossibile, nonostante le più virulente accuse che invidiosi e nemici gli mossero contro, dar torto ad un uomo che trascorse la seconda parte della propria vita  a raccogliere ciò che aveva lasciato germogliare in cuore durante la prima. E’ quel che Laure sostiene dell’esperienza umana di Balzac: maniacale osservatore e fantasioso ricreatore di ambienti realmente conosciuti e personaggi avvicinati, capace di gettar luce sulla spontaneità dell’indole umana senza perderne di vista la depravazione. Della sua società divenne un caratterista, e alla sorella che lo redarguiva per la serrata somiglianza di certi suoi personaggi ad individui della loro cerchia sociale, Balzac rimbrottava: “Credete che la gente si conosca? Che esistano specchi capaci di riflettere l’essere morale?” Dell’essere morale egli è stato intraprendente e fine commediografo, degli esseri umani amante, figlio e fratello, ma solo ai forti spetta, secondo Laure, il compito di giudicarlo un grande scrittore.  

Laure Surville Balzac, Balzac mio fratello, Sellerio, traduzione di Roberta Ferrara, pp. 192, euro 9