Banche: la commissione d’inchiesta non s’ha da fare

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Banche: la commissione d’inchiesta non s’ha da fare

25 Maggio 2017

Lo avevamo detto ma adesso sembra essere sempre più ufficiale: la famosa commissione d’inchiesta sulle banche chiesta a gran voce da Renzi non vedrà la luce. Almeno per questa legislatura. E ciò che desta più scalpore è che ad allungare i tempi per l’approvazione della stessa ci ha pensato proprio il Pd, renziani in primis, bocciando la proposta presentata alla Camera dal M5S e appoggiata da Forza Italia di anticipare la discussione per dare il via libera definitivo all’istituzione della commissione. “Ci sono altre priorità” hanno fatto sapere dalla maggioranza di governo. Ad esempio, approvare la legge sui parchi e aree verdi.

Stando così le cose, la discussione e l’approvazione della commissione sulle banche rimane al sesto posto in calendario. Per cui, con la pausa estiva dietro l’angolo e la minaccia di elezioni tra fine settembre e inizio ottobre, sarebbe già un miracolo riuscire ad approvarla, la commissione, figurarsi a sceglierne i componenti e iniziarne i lavori. E a fugare ogni dubbio ci ha pensato Francesco Boccia (Pd), presidente della Commissione bilancio della Camera: “A fine legislatura una commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, seppur necessaria, ha poco senso. Al massimo, si potranno soltanto fissare le prime audizioni. Poi, dovrà essere la nuova legislatura a continuare il lavoro”. In poche parole, per ora non se ne fa nulla.

E pensare che Renzi, poche ore prima della bocciatura della proposta pentastellata scriveva così sulla sua enews in merito alla Commissione sulle banche: “Non vediamo l’ora di iniziare per fare chiarezza fino in fondo. Il capogruppo del Pd sarà Matteo Orfini”. Peccato che quest’ora non arriverà così a breve, per giunta non per volontà delle opposizioni che anzi premono per accelerare i tempi per “fare chiarezza”. In quest’ottica, infatti, rientra la proposta, presentata già da qualche settimana dai senatori di Idea Quagliariello, Augello e Compagna, di convocare in audizione urgente alla Commissione bilancio del Senato l’ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni, in merito alla presunta richiesta a lui pervenuta dall’allora ministra delle riforme Maria Elena Boschi di valutare l’acquisizione di Banca Etruria.

“Non c’è necessità dei poteri attribuiti alle commissioni di inchiesta per procedere nella sede opportuna all’audizione di chi senza dubbio può contribuire a fare chiarezza” dichiarano i senatori “dato che il caso ha a che fare con la correttezza e la trasparenza dei comportamenti e non con il diritto penale”. Ma il fatto che a questa e alle altre richieste di convocazione urgente dell’ex ad di Unicredit, il quale ha fatto già sapere di essere disposto a riferire solo in Parlamento (“se mi convocheranno parlerò in Parlamento, non sui giornali, risponderò ovviamente a tutte le domande che mi faranno”), non sia stata data nessuna risposta (almeno per ora) è la riprova che in casa Dem, al di là dei soliti slogan renziani, tutto vogliono tranne aggiungere altre grane in un periodo sempre più pre-elettorale. Altro che “fare chiarezza”!