Bankitalia promuove la manovra. Napolitano firma il decreto

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Bankitalia promuove la manovra. Napolitano firma il decreto

31 Maggio 2010

Crisi, riforme e crescita. Mario draghi usa queste parole chiave per analizzare, nelle "considerazioni finali" all’Assemblea annuale della Banca d’Italia, lo stato dell’economia italiana e per radiografare la cura prevista dalla manovra 2010-2011. Una manovra che definisce "inevitabile" date le condizioni dei mercati. "Era inevitabile agire – dice – anche se le restrizioni di bilancio incidono sulle prospettive di ripresa a breve dell’economia italiana". Draghi segnala anche che, una volta varata, la manovra dovrà essere seguita nell’attuazione: "E’ necessario un attento scrutinio degli effetti della manovra per garantire il conseguimento degli obiettivi", ha continuato, auspicando allo stesso tempo il completamento delle riforme di pensioni e lavoro, denunciando il disagio dei giovani.

Intanto, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato il decreto legge del governo sulla manovra finanziaria. Il testo del decreto ora va in Gazzetta Ufficiale. La lista dei 232 enti, fondazioni e istituti culturali contenuti nell’allegato della manovra finanziaria sarebbe stata stralciata: secondo fonti di Palazzo Chigi nel testo finale del provvedimento ci sarebbe una riduzione delle spese per questo settore affidata però alla valutazione del ministro Bondi. Il decreto legge contenente la manovra economica era stato approvato dal consiglio dei ministri il 25 maggio scorso e consegnato al Quirinale sabato 29. In seguito alla richiesta di approfondire e verificare alcune parti, il governo aveva inviato ieri sera al presidente della Repubblica una versione in parte modificata. 

Nel suo discorso, il governatore di bankitalia ha puntato il dito contro la corruzione diffusa nelle amministrazioni pubbliche del nostro Paese che, ha denunciato il numero uno di Palazzo Koch, finisce per frenare lo sviluppo. Non solo: con la crisi "i costi dell’evasione fiscale e della corruzione divengono ancora più insopportabili": l’evasione "è un freno alla crescita perché richiede tasse più elevate per chi le paga", mentre "relazioni corruttive tra soggetti privati e amministrazioni pubbliche, in alcuni casi favorite dalla criminalità organizzata, sono diffuse". Una situazione davvero allarmante, certificata dalle periodiche graduatorie internazionali che "collocano l’Italia in una posizione sempre più arretrata". La sfida dell’Italia per superare la crisi, secondo Draghi, è quella di "coniugare la disciplina di bilancio con il ritorno alla crescita". Con la certezza però che "dall’euro non si torna indietro".

LE SFIDE DA VINCERE.  La "sfida" dell’Italia, per superare la crisi, è "coniugare la disciplina di bilancio con il ritorno alla crescita". Una sfida che "si combatte facendo appello ai valori che ci hanno permesso insieme di vincere le sfide del passato: capacità di fare, equità; desiderio di sapere, solidarietà. Consapevoli delle debolezze da superare, delle forze, ragguardevoli, che abbiamo, affrontiamola". Ma non solo. Il numero uno di Bankitalia ha spiegato che la lotta all’evasione fiscale avviata dal Governo "deve consentire", la riduzione "delle aliquote. Il nesso fra le due azioni va reso visibile ai contribuenti". Secondo Draghi infatti le misure del Governo hanno come "obiettivo immediato il contenimento del disavanzo ma in una prospettiva di medio termine la riduzione dell’evasione deve essere una leva di sviluppo".

LE RIFORME DA ATTUARE. Il numero uno di Bankitalia ha spiegato che "occorre prolungare la vita lavorativa, anche per garantire un tenore di vita adeguato agli anziani di domani". Dopo i "passi importanti" già compiuti dal Governo, il numero uno di Bankitalia ha quindi invitato a completare il processo di riforma del sistema pensionistico. "Nell’ultimo trentennio – ha ricordato infatti – a fronte di un aumento della speranza di vita dei sessantenni italiani di oltre cinque anni, si stima che l’età media effettiva di pensionamento nel settore privato sia salita di circa due anni, attorno ai 61". La crisi ha, tuttavia, acuito anche "il disagio dei giovani nel mercato del lavoro". Per questo, secondo Draghi, "la riforma del mercato del lavoro va completata, superando le segmentazioni e stimolando la partecipazione". Nelle Considerazioni Finali Draghi ha avvertito poi che "una ripresa lenta accresce la probabilità di una disoccupazione persistente. Questa condizione, specie se vissuta nelle fasi iniziali della carriera lavorativa, tende ad associarsi a retribuzioni successive permanentemente più basse".

GIOVANI E LAVORO. Nel suo discorso, il governatore ha più volte ribadito l’urgenza di riforma strutturali, prima fra tutte quella del mercato del lavoro che favorirebbe i giovani. "In molte altre occasioni – ha detto il numero uno di Bankitalia -, abbiamo affrontato il tema delle riforme strutturali. La crisi le rende ancora più urgenti" è il monito del governatore. "La crisi – ha aggiunto – ha acuito il disagio dei giovani nel mercato del lavoro". Per questo la "riforma del mercato del lavoro va completata, superando le segmentazioni e stimolando la partecipazione. Una ripresa lenta accresce la probabilità di una disoccupazione persistente – è l’avvertimento di Draghi – Questa condizione, specie se vissuta nelle fasi iniziali della carriera lavorativa, tende ad associarsi a retribuzioni successive permanentemente più basse".

EVASIONE FISCALE E MACELLERIA SOCIALE. Altro argomento caro al governatore della Banca d’Italia la lotta all’evasione. Secondo Draghi, le misure avviate dal governo devono necessariamente "consentire" la riduzione "delle aliquote. Il nesso fra le due azioni va reso visibile ai contribuenti" è l’opinione del governatore. Duro l’attacco agli evasori fiscali: "Macelleria sociale – ha detto Draghi – è una espressione rozza ma efficace: io credo che gli evasori fiscali siano i primi responsabili della macelleria sociale". Poi il capitolo-Iva. "Se l’Iva fosse stata pagata il nostro rapporto tra il debito e il Pil sarebbe tra i più bassi dell’Unione Europea" ha detto durante il suo intervento all’assemblea di Bankitalia il governatore. Draghi ha spiegato infatti che "tra il 2005 e il 2008 il 30% della base imponibile dell’iva è stato evaso: in termini di gettito sono oltre 30 miliardi l’anno, 2 punti di Pil".

VIA I MANAGER SCORRETTI. Dal numero uno di Palazzo Koch, infine, è arrivata una richiesta precisa in merito a banche e manager scorretti. La Banca d’Italia, è l’appello dei governatori, abbiano più poteri per rimuovere dalle banche, come avviene in altri Paesi e come consiglia il Comitato dei supervisori europei (Cebs), "i responsabili di gestioni scorrette o altamente rischiose prima che la situazione sia gravemente deteriorata e si debbano perciò attivare provvedimenti di rigore". Draghi ha sottolineato a tal riguardo l’azione massiccia della Vigilanza: nel 2009 le ispezioni a banche e intermediari sono state oltre 200.