Basta leggere i cataloghi di Einaudi per sapere cos’è l’egemonia culturale
11 Luglio 2011
Tempo fa il ministro dell’Università, Fabio Mussi, si fece promotore di una riforma che prevedeva la presenza di professori stranieri nei concorsi a cattedre banditi dai nostri Atenei. Proposte del genere hanno senso solo se vige il principio di reciprocità, altrimenti diventano il segno inequivocabile di una sudditanza intellettuale. Non meno assurda, però, è la pretesa di valutare quanto si produce nelle scienze umane non in base allo spessore scientifico dei singoli libri ma in base alle collane editoriali
che li hanno pubblicati e che ne rendono più agevole la traduzione all’estero. In Italia, alla luce dell’egemonia culturale della sinistra, ciò significa che quanti, in virtù della loro militanza ideologica, hanno accesso alle grandi case editrici controllate da quella cultura, acquisiscono il diritto all’incattedramento. A leggere i cataloghi di Laterza o di Einaudi c’è da mettersi le mani nei capelli!