Benedetto XVI e Fidel parlano di Chiesa, libertà di culto e dignità della persona
29 Marzo 2012
“Saluterò con grande piacere mercoledì mattina Papa Bendetto XVI così come feci con Giovanni Paolo II”. Fidel Castro, il lìder màximo di Cuba, l’aveva promesso. E così, quattordici anni dopo l’incontro che permise ai cristiani a l’Avana di festeggiare di nuovo il Natale, celebrazione vietata subito dopo la rivoluzione cubana, si rinnova l’emozione per l’incontro tra il Pontefice e l’ex presidente cubano.
Trenta minuti di dialogo botta e risposta presso la nunziatura apostolica a l’Avana, la sede diplomatica del Vaticano a Cuba. Un confronto molto meno politico di quanto ci si potesse aspettare, soprattutto dopo la dichiarazione di Benedetto XVI, che dal Messico aveva ribadito come “il marxismo non risponde più alla realtà” dell’isola.
Fidel Castro, ormai ottantacinquenne, ha mostrato interesse soprattutto in merito al ruolo della Chiesa oggi, alla linea di confine che esiste tra scienza e religione, e ai cambiamenti avvenuti nello svolgimento delle funzioni ecclesiastiche. Il presidente cubano ha anche ringraziato Benedetto XVI per la beatificazione di Giovanni Paolo II e di Madre Teresa di Calcutta, molto cari al lìder màximo.
Dal canto suo, il Papa ha elogiato i passi in avanti compiuti dal governo cubano nel nome della libertà di culto e del sostegno alla religione cattolica. Un sostegno che può ancora essere rafforzato, concedendo alla Chiesa il permesso di interagire, tra gli altri, con il mondo formativo e universitario.
L’incontro ha fatto seguito alla messa tenuta dal Papa in Plaza de la Revolución. La capitale cubana non ha certo tradito le attese: oltre 600000 persone hanno assistito alla funzione, una marea umana eterogenea, nonostante fosse stata ‘scremata’ dagli oppositori del governo castrista (‘Damas in blanco’ in primis), tenuti fuori dall’area della messa solenne dalle forze di polizia statali. Proprio sulle ‘Damas in blanco’ si era accanito il governo di Cuba, arrestando oltre settanta esponenti del movimento nei giorni precedenti alla visita pontificia, come riportato dalla giornalista e blogger cubana Yoani Sànchez sul suo ‘Generación Y’.
Il Pontefice ha chiesto a Raul Castro di estendere al Venerdì santo il ruolo di festività religiosa, e dal pulpito istituito nella piazza ha evocato la necessità di forti cambiamenti a Cuba e nel mondo, che permettano a tutti di mantenere “la dignità inviolabile della persona umana”. Il fratello di Fidel Castro, alla guida dello Stato dal 2008, ha ringraziato il Papa per il suo intervento, affermando che il regime sta già "cambiando tutto ciò che necessita di essere cambiato".
Benedetto XVI ha terminato il suo viaggio facendo un accenno all’embargo che grava su Cuba: “L’ora presente reclama in modo urgente che, nella convivenza umana, nazionale ed internazionale, si eliminino posizioni inamovibili e i punti di vista unilaterali”, ha dichiarato il Papa, che ha poi concluso: “Le eventuali discrepanze devono essere risolte ricercando ciò che unisce tutti”.