Berlusconi da Fazio: dimesso e senza un progetto politico

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Berlusconi da Fazio: dimesso e senza un progetto politico

25 Maggio 2015

Silvio Berlusconi torna in tv, nel salotto della sinistra sobria e perbene, quello di Fabio Fazio. E Fazio lo lascia parlare senza troppe domande scomode, tanto da farsi strapazzare da colleghi più aggressivi, quelli per cui l’antiberlusconismo è una categoria dello spirito, quelli che vorrebbero avere l’ex premier sotto le proprie grinfie per spolparlo con gusto.

Berlusconi ha avuto quindi tutte le occasioni possibili per parlare distesamente di politica, ma non l’ha fatto. Avrebbe potuto spiegare agli italiani perché oggi Forza Italia si trova in una crisi tanto grave, con un tasso di litigiosità interna e di abbandoni preoccupante (e doveva essere il “partito dell’amore”) e con la deprimente prospettiva di essere al traino di Salvini. Nessuna seria riflessione sul passato recente, sui propri errori, dall’uscita dal governo di solidarietà guidato da Letta, soluzione che lo stesso Berlusconi aveva fortemente caldeggiato, fino a un patto del Nazareno  che gli si è sgretolato tra le mani.

Gli errori sono sempre quelli degli altri, e invece di produrre qualche analisi, il leader di FI ha preferito inveire contro chi ha fatto, o sta per fare, altre scelte. Abbiamo ascoltato persino banalità spicciole come l’accusa ad Alfano e Fitto di “pensare allo stipendio”, mentre alla domanda più precisa di Fazio sugli errori commessi replica che l’unico vero sbaglio è stato non convincere gli elettori a garantirgli il 51% dei voti. Nulla è stato detto anche riguardo al futuro, se non qualche rimasticatura sulla rivoluzione liberale (slogan di venti anni fa) e sul nuovo partito che dovrà cambiare nome ed essere più leggero.

Un Berlusconi in stile dimesso, ma soprattutto senza un progetto politico, che punta tutto sull’affezione personale degli elettori, sullo zoccolo duro di chi gli vuole ancora bene ed è disposto a votarlo solo per questo.